Editoriale – Asì Asì Asì gana el Madrid… e altre storie

Agatha Christie aveva scritto Tre topolini ciechi e altre storie nel 1950, una raccolta di nove racconti dall’indubbio successo. Noi adesso, in maniera del tutto immodesta, mutuiamo quel titolo per parlare, non di storie gialli e di assassinii… ma quasi. Asì, Asì, Asì gana el Madrid e altre storie è il titolo del nostro racconto.

Anche nella nostra storia, in effetti, c’è una azione criminosa e, sebbene non possa essere chiamato Omi-cidio, possiamo però parlare di assassinio. Omi-cidio no, visto che qui non si tratta di un essere umano ad essere ucciso, ma Assassinio sì, visto che il reato è stato commesso ai danni dello sport inteso come bramosia di vincere a tutti i costi, a spregio di tutte le regole cavalleresche che gli uomini si sono dati nel momento di creare le competizioni sportive. Anche se si dovesse barare, usare due pesi e due misure, usare una corsia privilegiata, illegale, rispetto a tutti gli altri. Non è come quando sei in coda all’imbarco e qualcuno ti passa a fianco e sale a bordo prima di te. In quel caso quel qualcuno ha rispettato le regole, ha pagato di più, attraverso una priority o un biglietto in business, e ha il pieno diritto di farlo. Nel nostro caso, invece, non parliamo di qualcuno che ha il diritto di passare davanti e sopra qualcun’altro, no, anche se si arroga quel diritto con tanto di sfacciata arroganza

Vincere come fine ultimo a discapito di tutto e di tutti. E festeggiare come se si fosse vinto in maniera pulita. E’ questa la nuova frontiera dello sport? Se sì, signori, io non voglio farne parte. Non ci tengo a far parte di un mondo tanto falso e ipocrita. Un mondo dove tutti, media in primis, si scandalizza per cinque minuti e dopo altri cinque già si inginocchia e si genuflette a chi ha vinto in questo modo. No. Io non ci sto! Per dirla con le parole usate da Scalfaro quel 3 novembre 1993.

Ieri il Real Madrid ha vinto contro il Bayern Monaco non solo grazie alle due reti contro una che hanno segnato i suoi giocatori, no, ma anche grazie agli ennesimi aiuti arbitrali di cui ha graziosamente goduto anche in questa partita la formazione di Z.Z. Ieri è sembrato di assistere ad uno scontro tra un Signore feudale (il Madrid) e il suo vassallo (il Bayern). Una partita nella quale è stato più che chiaro chi comanda in Europa, e non mi riferisco al terreno di gioco. Tutt’altro. I blancos ieri sono stati favoriti in maniera addirittura rivoltante. Quella partita avrebbero potuta anche non giocarla, facendosi assegnare direttamente il pass per la finale e, a questo punto, anche la terza Champions consecutiva. Tre rigori a favore dei bavaresi non assegnati, di cui due indiscutibili come la teoria eliocentrica, una mancata espulsione (di Ronaldo) per doppio cartellino giallo, e una distribuzione delle ammonizioni tutte orientate a pregiudicare una delle due squadre a favore dell’altra, sono elementi chiari di quello che è l’orientamento a Nyon. Creare una corsia preferenziale senza intoppi a favore dei blancos che porti ad accompagnare la squadra di Florentino Perez alla conquista della Champions League. Per troppi anni il conjunto blanco ha dovuto attendere. Ora basta. Costi quel che costi. 

Non di solo Bayern – Madrid si parla, no. Ma anche delle precedenti gare. Ecco qui le altre storie del titolo. Come quella, altrettanto clamorosa, della partita della Juventus al Bernabeu. In quella circostanza fu assegnato alla squadra di Z.Z. un rigore inesistente che permise ai blancos di eliminare i bianconeri ed evitare i supplementari che li avrebbero visti nettamente sfavoriti. Nella partita di ieri il Bayern ha reclamato almeno due rigori molto più chiari ed evidenti di quello assegnato contro gli juventini, rigori che tutte le televisioni del globo hanno visto tranne che l’arbitro e i suoi assistenti. E meno male che Marca, dopo il Robo del siglo, come titolò a tutta pagina el diario Sport, sollevò il timore che quello scandalo mediatico potesse danneggiare il Real Madrid nella partita contro il Bayern. Non solo non è stato danneggiato, ma è stato scandalosamente favorito una volta ancora.

Non solo rigori. Nella partita dell’Allianz Arena Ronaldo, autore di un piscinazo nel primo tempo che sarebbe dovuto essere sanzionato con un cartellino giallo, è stato autore di un fallo di mano con conseguente tiro in porta, con goal, dopo il fischio arbitrale. A termine di regolamento anche quell’azione sarebbe dovuta essere punita con il cartellino giallo e, conseguentemente, con l’espulsione del portoghese. Il Madrid avrebbe dovuto giocare il restante rateo di gara in inferiorità numerica. Ma è chiaro. Il regolamento non si applica mai contro il Real Madrid; sempre a favore.

Lo scorso anno, sempre contro il Bayern Monaco, il Real Madrid fu nuovamente favorito da più di una decisione arbitrale iniqua e sbagliata che eliminò i tedeschi e accompagnò con tanto di trombe e fanfara i madridisti in semifinale. A cominciare dalla mancata espulsione di Casemiro per una doppia ammonizione che sarebbe costato il rosso al brasiliano per il fallo che causò il rigore a favore dei bavaresi, per proseguire con l’espulsione di Vidal, entrato in maniera limpida sulla palla su Asensio e che Kassai, il fischietto della gara, sanzionò con il doppio giallo per il giocatore cileno. And the bottom of line il Madrid, che avrebbe dovuto giocare in 10 uomini contro 11, finì per giocare in 11 contro 10. L’opposto della realtà. Ma non è tutto. Il signor Kassai convalidò la rete di Ronaldo del 2-2 ai supplementari nonostante un evidente fuorigioco di quasi un metro.

Non basta? vogliamo richiamare alla memoria ancora… altre storie? Come la partita del 2013 tra Manchester United e Real Madrid del 4 marzo, con l’espulsione ingiusta di Nani al 56′ sul vantaggio dei Red Devils che, ridotti in inferiorità numerica, subiscono la rimonta dei blancos. Anche qui, partita e passaggio del turno ribaltati.

Queste sono solo alcune gare in cui clamorosi errori arbitrali hanno permesso al Real Madrid di passare dei turni di Champions che altrimenti non avrebbero passato, o il cui passaggio sarebbe stato dannatamente complicato. Al di là di questi errori clamorosi, vi è una costante in ogni gara. Quella di indirizzare le sfide con una gestione dei cartellini e delle punizioni che incidono profondamente nello svolgimento delle stesse.

Inoltre il minimo comun denominatore di tutte queste partite è che le sviste arbitrali giungono sempre nel momento del bisogno, quando cioè i blancos sono sotto nel risultato e in grande difficoltà. Nella partita di ieri contro il Bayern i bavaresi vincevano per 1-0 in occasione del primo rigore non concesso. L’eventuale 2-0 avrebbe segnato la qualificazione. Il secondo penalty avrebbe invece riequilibrato la sfida nel punteggio contro un Madrid in 10 uomini per la sacrosanta espulsione di Ronaldo. Contro la Juventus il rigore concesso al Real Madrid era giunto a pochi secondi dai supplementari con il Madrid in grossa difficoltà fisica. L’extra time avrebbe certamente favorito la squadra italiana che avrebbe avuto due cambi freschi da mettere in campo contro un avversario stanco e alle corde. Nella partita contro lo Utd del 2013, anche lì gli errori giunsero come la manna dal cielo nel momento in cui la squadra allora allenata da Mourinho perdeva per 1-0 (1-1 era stato il risultato al Bernabeu) e i Red Devils erano in pieno controllo del match e, conseguentemente, della qualificazione. Ma anche lì, nel momento di massima difficoltà dei blancos, giunse Maga Magò e risolse tutti i loro problemi mediante una ingiusta espulsione che diede il via alla riscossa. 

Non siamo più negli anni ’50, dove il Madrid di un Di Stefano sottratto con losche macchinazioni politiche al FC Barcelona, vinse 5 Coppe dei Campioni consecutive con, dicono tutte le cronache moderne, enormi favori arbitrali. Nonostante siano trascorsi 60 anni e passa tutto sembra dire che il sistema è rimasto inalterato. Non solo, mentre all’epoca gli aiuti passavano maggiormente sotto silenzio stante l’assenza delle telecamere, oggi si prosegue sulla stessa via buttando in faccia al mondo, senza alcuna vergogna, questo scandalo. E se tutto questo accade puntualmente in faccia al mondo, ci si deve chiedere perché nessuno protesti, sollevi obiezioni, sospetti, o altro. In una società in cui si mette sotto inchiesta tutto e il contrario di tutto, nel mondo del calcio nonostante i soprusi si riproducano con maggior velocità e virulenza della peste del Manzoni, tutto tace. Dopo gli scandali che hanno decapitato la Fifa e la Uefa sembra che nulla sia cambiato. Come diceva quella battuta del Gattopardo? Ah sì: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”. Eh già! Meditate gente. Meditate!      

Lascia un commento