SAN LEWY, PATRONO DI BARCELONA A MESTALLA

Giuseppe Ortu Serra

Lewandowski dà la vittoria al Barça segnando in allungo in pieno recupero al Mestalla. 93° minuto dei 96 concessi; 0-0 il risultato; Raphinha, dal vertice destro dell’area di rigore, scodella un pallone profondo facendolo scendere tra il dischetto e la linea di porta. Lewandowski, che aveva seguito la traiettoria del pallone inserendosi alle spalle della difesa, si lancia famelico in spaccata volante deviando il pallone di quel tanto che basta per mettere fuori causa l’uscita disperata di Mamardashvili.

La partita può essere riassunta nella giocata finale della gara. Per il resto una prestazione molto deludente, una gara giocata con ritmi bassi al limite dell’irritante da una squadra lenta, calma, compassata, fastidiosamente scolastica. Pochi spunti tecnici di nota. Appena qualche numero da giocoliere fine a se stesso e ininfluente per le sorti dell’azione. Poche le occasioni da rete, ancor meno i tiri in porta. Una manovra né bella, né efficace, troppo elaborata, scontata e manierista. Purtroppo ci dobbiamo ripetere su questo aspetto, e, cosa grave, il difetto non viene corretto, ma persiste. Una squadra che mostra limiti enormi in attacco (con un Ferran capace perfino di cadere sul pallone a un passo dalla linea di porta calciandosi la palla sulla gamba di appoggio), a centrocampo e in difesa. Ma con un Lewandowski in più. Si capisce benissimo come e perché questa squadra sia stata eliminata dai gironi di Champions. Una squadra senza nerbo e carattere, che sembra che non si giochi nulla ad ogni gara, tranne, forse, il gelato alla fine dei 90 minuti.

Contro il Valencia, Xavi ha puntato su alcuni cambi rispetto alla partita contro il Bayern. Balde è tornato sul laterale destro, Jordi sul sinistro; In attacco Ansu è stato riproposto come extremo a sinistra. Con essi anche il cambio del modulo, il classico 4-3-3 con tre giocatori offensivi invece della versione proposta contro i tedeschi in Champions con quattro centrocampisti e solo due attaccanti.

Il Barça, nel primo tempo della partita ha avuto il possesso palla e le maggiori occasioni, ma è apparso, ancora una volta scolastico e lezioso. Appena tre i tiri pericolosi, con Ansu al 12′ a tu per tu con il portiere avversario (tentativo di scavetto e respinta dell’estremo difensore), De Jong al 27′ (tiro dal limite, largo) e Lewandowski, di testa, che ha colpito la base del palo. Per il resto una serie di cross alti in area che hanno fruttato alcune incornate di Ansu e Koundé terminate alte.

In generale, però, la squadra ha dato l’impressione di giochicchiare con svogliatezza, come nella circostanza dei tre passaggi consecutivi a Ter Stegen, nella stessa azione, nell’impostazione da centrocampo. Da rimarcare le occasioni che i blaugrana hanno avuto per calciare, preferendo però cercare un appoggio che non ha portato a nulla. Al terzo minuto, per esempio, quando recuperata palla in area avversaria per un errato disimpegno, De Jong, invece che calciare da posizione favorevole, ha cercato il passaggio di tacco per l’inserimento di Ansu, perdendo così l’occasione, e al 24′, quando sia Pedri che Dembélé avrebbero potuto calciare, preferendo invece ricercare strade complicate che si sono rivelate autentiche chimere.

La ripresa è stata ancor più noiosa della prima parte. Xavi, dopo aver perso per infortunio Eric sul finale dei primi 45′, sostituito da Marcos Alonso, ha cambiato l’attacco inserendo Raphinha e Ferran al posto di Dembe e Ansu. Modifiche anche per il reparto mediano, con Gavi per Busi che ha comportato lo spostamento di De Jong nel ruolo di pivote. Senza il capitano la squadra si è mossa meglio nel reparto nevralgico del campo, certamente con maggiore brio, anche se con scarsi benefici a livello di produzione offensiva.

Il Valencia di Gattuso ha fatto anche meno per la verità, cercando di chiudere i corridoi e ripartendo appena due volte con una certa pericolosità. In una circostanza (49′) con una rete annullata per tocco di mano; nella seconda, al 70′, con una ripartenza conclusasi con una non difficile parata di Ter Stegen.

Da segnalare l’ennesima prestazione nera di Ferran, messosi in evidenza, in negativo, in due circostanze. Nella prima quando, in occasione di una ripartenza, non ha servito Raphinha, solo all’ingresso dell’area di rigore a destra, preferendo perdere la palla in una azione personale. Nella seconda, invece, è andato in scena il suo dramma personale (ma anche del Barça), già descritto in precedenza, ossia quando è caduto come un sacco di patate sul pallone dopo essersi calciato il pallone sulla gamba sinistra nel goffo tentativo di tirare di destro. Solo la rete di Lewandowski ha salvato il Barça dal ridicolo e Ferran dalla lapidazione sulla pubblica via.

Il nuovo infortunio di Koundé, che ha dovuto lasciare il campo al 73′ (sostituito da Piqué, dovuto entrare in fretta e furia senza riscaldamento) ripropone i dubbi sul sistema di allenamento dell’equipe di Xavi. Troppi infortuni in serie, eccessivi anche per un inizio di stagione giocato con ritmi da catena di montaggio.

One thought on “SAN LEWY, PATRONO DI BARCELONA A MESTALLA

  1. Come accennavo nel mio commento precedente, il Barsa davanti alle squadre di medio-basso livello riesce a cavarsela bene !! Ma questa volta si poteva capire che c’era in aria il fantasma dell’eliminazione della Champions e penso che quello ha indotto a Xavi a tornare a uno schema più tradizionale e perciò ha messo dal inizio a Dembelé e Ansu Fati con l’obbiettivo che il grande Lewandowski non restasse isolato e perciò ha preferito anche un terzino incisivo come Jordi Alba. Il Valencia è uscito con voglia di vincere ma il Barsa non voleva ripetere gli errori del passato e ha giocato con cautela e attenzione e piano piano va raggiungendo il controlo della partita. Ma bisogna sottolineare che l’obbiettivo di non ripetere gli errori del passato è stato raggiunto a metà perché ogni volta che il Barsa aveva una opportunità di segnare la sprecava e c’erano anche certe disattenzione Il Barsa ora giocava comodo ma queste disattenzioni inadmisibli gli hanno dato al Valencia certe opportunità, negli ultimi
    minuti del primo tempo, che fortunatamente per il Barsa il Valencia non ha approfittato. Nel secondo tempo il Valencia ha mantenuto il buon livello del gioco e i fantasmi sono apparsi per il Barsa un’altra volta per il goal di Lino ma che poi è stato annullato dal Var per una mano previa di Marcos André. A partire di questo episodio abbiamo che Xavi fa le sostituzioni ma abbiamo visto anche il solito Barsa, vuol dire, che ha possesso del pallone e tratta di calmare le acque ma che non genera nessun pericolo alla porta di Mamardashvili. Poi la partita viene tante volte interrotta e purtroppo arriva la lesione di Koundé . Lo 0 a 0 sembrava a questo punto accontentare a tutti. Si gioca lo sconto e con una acrobazia degna di un genio come lui Lewy segna !! Spero che questa aggiustata vittoria non iluda a Xavi perché, senza ombra di dubbio, bisogna innovare, bisogna cambiare quello schema di gioco che era ottimo 17 anni fa ma non oggi e che inoltre di essere uno schema inattuale i rivali lo conoscono a memoria e allora quando entri in campo i rivali hanno già in punto a loro favore !!

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