IL BARçA CADE ANCHE NEL CLÁSICO. NUOVA SCONFITTA CONTRO UNA GRANDE

Giuseppe Ortu Serra

Il Madrid si aggiudica il Clásico con il minimo sforzo. un 3-1 che fa male per come è maturato (il Madrid non ha faticato mai nei 90 minuti) e perché si somma ai rovesci contro Bayern e Inter. Ormai non è più un caso. Il Barça di Xavi è malato e bisogna trovare la cura al più presto prima che la situazione precipiti.

Il Barça ha affrontato il Madrid in un primo tempo in cui ha tenuto palla e le redini del gioco, ma ha chiuso i primi 45 minuti sotto di due reti. Xavi ha approntato un undici titolare con Roberto, il recuperato Koundé , Eric e Balde in difesa. De Jong, al posto di Gavi, Busi e Pedri a centrocampo. Raphinha, Lewy e Dembélé in avanti. Sin dal principio la scelta di Roberto a guardia di Vinicius, il velocista blanco, è apparsa azzardata. La prima rete del Madrid, infatti, è partita proprio per la differente velocità tra i due giocatori. Roberto ha seguito il 20 blanco fino a centrocampo, ma nel momento di girarsi e scattare in avanti, Vinicius ha mostrato le doti di scattista e velocista. Il 20 blaugrana è rimasto indietro e non ha più avuto chance di acciuffarlo. Sul tiro in porta Ter Stegen è riuscito a respingere, ma sulla ribattuta Benzema ha avuto la possibilità di stoppare e colpire il portiere avversario. Il centrocampo blaugrana è rimasto passivo nell’azione del Madrid e non è rientrato, permettendo all’attaccante francese di avventarsi da solo sulla seconda palla e di ribattere in porta.

Anche nella seconda rete dei padroni di casa il centrocampo del Barça è colpevole di mancato recupero delle posizioni difensive. La seconda rete è molto simile della prima. Anche in questo caso Valverde ha potuto calciare dal limite in assoluta tranquillità. Sulla ripartenza del Madrid la squadra si è schiacciata troppo in area di rigore permettendo a Valverde, complice la lentezza dei centrocampisti (Pedri per esempio), di tirare in porta in solitaria. Errori clamorosi che non si possono fare in partite così importanti e con avversari scaltri e forti come i blancos. In occasione delle due marcature la squadra di Xavi si è trovata spaccata in due. Difesa da una parte, centrocampo e attacco dall’altra, con i due tronconi totalmente separati.

La ripresa si è aperta con una rete annullata a Benzema per fuorigioco, ma in ogni caso anche qui l’attaccante ha avuto tutto lo spazio per calciare in porta senza che nessuno gli uscisse contro per chiudergli la conclusione. Il Madrid ha continuato a giocare in scioltezza, il Barça è apparso nuovamente impalpabile, in avanti e in ogni zona del campo. Se non tiri mai in porta risulta difficile segnare. In questa fase di gara i blaugrana sono sempre arrivati in ritardo e fuori tempo sulla palla e sui contrasti, oltre a mostrare una pericolosità perdita delle distanze tra i giocatori.

Nella saga degli errori è da menzionare la solita attuazione sconcertante dell’arbitro. Sanchez Martinez ha fischiato tutto ciò che c’era, e anche ciò che non c’era, a favore del Madrid, mentre non ha sanzionato nemmeno i più semplici falli commessi dai blancos, non vedendo nemmeno un evidente calcio di rigore per una chiara spinta di Carvajal ai danni di Lewy che lo aveva sopravanzato nella posizione. Decisioni uguali giudicate diversamente (sbracciata sul volto ai danni di Lewy, regolare; manata lieve in campo opposto, punizione).

Incomprensibili alcuni cambi di Xavi nel corso della gara. Fuori Balde (59′) mantenendo in campo Roberto per esempio, con il 28 che aveva recuperato il doppio dei palloni del numero 20 oltre ad offrire la corsa che il compagno non poteva. Altri azzeccati anche se tardivi, come l’ingresso di Ansu per Dembélé (solo al 72′). Il 10 ha animato la squadra in chiave offensiva, anche se bisogna essere onesti, il Madrid aveva già da tempo iniziato a controllare la gara. Ansu, però, quanto meno ha dato coraggio ai compagni, svegliandoli da un profondo torpore che ne aveva contraddistinto tutta la ripresa. È suo, peraltro, il primo tiro in porta dei blaugrana. Giunto solo al 77′. Un po’ pochino per pensare di segnare. Il Barça, a quel punto, si è gettato in avanti a testa bassa. Lewandowski e Gavi hanno minacciato la porta di Lunin. Pochi minuti ed è giunta la rete dell’1-2. Azione a sinistra di Ansu, cross in mezzo, Lewy aggiusta di tacco per Ferran che da due passi infila la palla che dimezza lo svantaggio. Il Barça ha iniziato a crederci davvero e ha continuato a pressare, sforando la rete del pari all’86’, ancora con Ansu autore di una pregevole, quanto sfortunata, girata volante.

Ma ancora una volta non si erano fatti i conti con la fatalità, gli errori della squadra e il metro di giudizio a due facce della squadra arbitrale. Passava il 91° minuto quando il Madrid è partito in contropiede. La squadra è stata presa d’infilata, trovandosi esposta e scoperta. Imbucata in area e Eric, come contro l’Inter con Lautaro, è stato mandato al bar. Questa volta da Rodrygo, che lo ha saltato con un facile dribbling. Il difensore nel tentativo di intervenire ha pestato il piede dell’avversario finendo a terra in piena area di rigore. L’arbitro ha fatto proseguire, salvo poi essere richiamato dal Var. On field review e penalty. È stato lo stesso Rodrygo a trasformarlo nella rete del 3-1 finale. Rigore indiscutibile è da dire. Ma è altrettanto da sottolineare che quando ad inizio ripresa è stato commesso fallo da rigore su Lewandowsky, arbitro e Var hanno fatto spallucce. Il discorso non è lamentarsi degli arbitri o fare i vittimasti. Lungi da noi ricorrere a simili giochetti. Chi si lamenta degli arbitri in genere è un perdente. Ma è da segnalare che se in gare equilibrate vengono costantemente violate le regole da parte sia degli avversari che degli arbitri sempre e solo a senso unico, si alterano le forze in gioco. Se ad una formazione gli si fischia sempre contro e mai a favore; se non si concedono i calci di rigore che ci sono, mentre si concedono quelli che vanno a favore degli altri, così si violano le fondamenta dello sport e delle regole gentilizie del calcio, quelle che prevedono che tutti partano ad armi pari e che ci sia un giudice terzo e imparziale che applichi il regolamento con lo stesso metro di giudizio ai due contendenti in gioco. Se ad uno è consentito fare tutto, anche se va contro le regole, e l’altro è violato nei suoi diritti di base, tanto da essere costantemente bloccato in maniera irregolare senza sanzione per l’avversario, non sussiste più motivo per continuare a competere. Giocare sempre contro 11 più arbitri, più Var non è più possibile. E ciò al di là delle mancanze del Barça, sia in campo che in panchina.

Questa sconfitta pone seri dubbi sulla direzione che sta prendendo la squadra e la sua evoluzione. Iniziata bene, la stagione sta prendendo una china pericolosa dalla quale non si vede una luce alla quale aggrapparsi per sperare in una risalita. La squadra appare disunita e stanca, senza idee. Una involuzione a livello di prestazioni individuali e collettiva evidente. Una caduta nella qualità del gioco impressionante. La squadra appare fragile, lunga, spezzata in due, frastornata e imprecisa. E sopratutto, non tira in porta. Xavi avrà molto da lavorare per cambiare il trend da territorio negativo nel quale la squadra è piombata. Dopo Bayern e Inter, la sconfitta del Madrid evidenzia una triste costante già vista nelle stagioni passate. Con le formazione forti il Barça non solo non vince, ma va incontro a chiare sconfitte.

2 pensieri riguardo “IL BARçA CADE ANCHE NEL CLÁSICO. NUOVA SCONFITTA CONTRO UNA GRANDE

  1. Come diciamo gli argentini: Que baile !! Devo confessare che per il derby paragonando una squadra come quella del Barsa, che nelle precedente partite era apparsa smarrita, senza incisività e senza gioco con una squadra come quella del R.Madrid che nonostante non abbia un gioco molto brillante, è l’assenza del suo portierone Curtois è sempre una squadra stabile e ordinata, non ero molto ottimista sulla prestazione del Barsa anche se i derby sono partite speciali, ma al vedere al minuto 12 la rabbia di Ter Stegen con una difesa suicida che lascia a Benzema da solo e segna, ho capito perfettamente che questo episodio confermava che il mio non ottimismo non era infondato. Partita in senso unico strutturata molto bene da un ottimo allenatore come Ancelotti che dava una sensazione di tranquillità mentre che a Xavi se lo vedeva amareggiato e frustrato per la grande quantità di palloni che la sua squadra perdeva assurda e ingenuamente. Su Xavi penso che le sostituzioni doveva cominciare a farsi al minuto 34 quando segna Valverde approfittando un regalo di Eric che tocca male di testa un pallone, e non nel secondo tempo. Bisogna sottolineare che il Barsa si è visto soltanto quando il R.Madrid, pensando ai prossimi compromessi, ha abbassato il ritmo e sembrava accontentarsi col 2 a 0 ma quando al minuto 83 segna Ferran Torres, ha messo il piede sull’acceleratore nuovamente. Meno male che tra poco arriva la pausa per il Mondiale che darà al Barsa la possibilità di superare questo brutto momento, riflettere e guardare al futuro coi piedi per terra e con un’altro criterio !!

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