LA SERA DEL GAMPER E LE SUE CURIOSITÀ

Giuseppe Ortu Serra

È tutto pronto per il Gamper. Il primo trofeu di Xavi da allenatore del Barça. Il primo di Lewandowsky blaugrana. Il primo della nuova era Laporta. Il primero de la nueva ilusión. Questa sera alle 20:00, il Camp Nou riceverà la nuova squadra nel giorno della sua presentazione ufficiale al suo pubblico. Un rito che dura da decenni, ormai, ma che quest’anno avrà un sapore particolare perché potrebbe essere quello della rinascita.

Il Barça come la Fenice che risorge dalle sue ceneri. Non è mai un procedimento semplice e breve. E nemmeno questo che sta compiendo il Barcelona lo è. La cosa più sorprendente è che questa junta, visto dal di fuori delle mura de las oficinas del Camp Nou, sta facendo di tutto per far sembrare semplice un percorso complicatissimo: ricostituire solidità economica attorno al club e, contemporaneamente, costruire un equipazo capace de ganarlo todo. Un lavoro di equipe, di squadra, un lavorio di strategia monumental che sta coinvolgendo ogni uomo che Laporta ha voluto al posto giusto per iniziare e portare a termine questa operazione titanica.

Un lavoro non ancora completato. Mancano dei tasselli da aggiungere all’opera per avere il puzzle completo. Questa sera il Camp Nou non vedrà la squadra definitiva. Molto c’è ancora da fare, ma è chiaro che ciò che il pubblico vedrà questa sera sarà il progetto quasi definitivo. Mancano ancora i due laterali e quel centrocampista interior che è il sogno di Xavi e Laporta. Marcos Alonso arriverà a giorni, forse già martedì. Sfumato Azpilicueta (anche se le strade del mercato, così come quelle del Signore, sono infinite), bisognerà cercare una alternativa al numero 28 del Chelsea. La strada che porta a Araujo o Koundé laterali non può essere una decisione definitiva perché ti porta a rompere una coppia di centrali fortissima che porterebbe una solidità che al Barça manca dai tempi di Puyol e Piqué. E sinceramente, sarebbe un vero peccato doverci rinunciare. Con De Jong, che vuole restare a tutti i costi al Barça, ma poi non vuole fare niente per abbassarsi la ficha (a differenza di Pjanic; applausi per lui) e mettere il club nelle condizioni di tenerlo, quasi una contraddizione in termini, il nome caldo, il sogno, il lavorio frenetico è incentrato su Bernardo Silva. Tre nomi, tre posizioni, per completare la squadra da sogno di Laporta e Xavi.

Le curiosità di questa sera saranno più di una. Lewa alla sua prima davanti al suo nuovo pubblico; l’accoglienza dei ribelli Braithwaite e di Umtiti (hanno rifiutato il trasferimento con pretesa della carta de liberdad) e del senza numero Memphis Depay (situazione simile a quella di Braithwaite); la posizione di De Jong (applausi o mugugni?); il saluto a Dani Alves da ex barcelonista, presenza importantissima e non adeguatamente evidenziata, la sua, nella scorsa stagione, per una affettuosa e meritata despedida (per questo un grazie alla Roma che abbia voluto non partecipare: un Mourinho in meno da vedere e sopportare, e una squadra che non avrebbe apportato nulla sul piano dell’immagine).

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