LA SOSTANZA DI LEWANDOWSKY

Giuseppe Ortu Serra

Robert Lewandowsky è un attaccante di livello assoluto. Lo si vede nei movimenti e nelle occasioni che genera e che passano attraverso i suoi piedi. Non ha ancora segnato, vero. Ma ha creato, da solo, tante di quelle occasioni concrete sotto porta come non si vedevano nelle ultime costipate stagioni. Le reti, poi, arriveranno da sole. Il valore di un attaccante non lo si vede, solo, dal numero dei goal che segna (certo quello è il pane quotidiano per un numero 9), ma anche da quanto fa segnare gli altri. Con il termine far segnare non vogliamo dire solo dare l’assist vincente al compagno, ma anche quanti spazi l’attaccante apre per le reti dei suoi teammates. Avere in area un giocatore come Lewa, sempre pronto a intervenire di testa, di piede o di sponda, porta via ogni volta da uno a due giocatori avversari, che non possono permettersi il lusso di lasciarlo libero un solo attimo. L’attenzione sul polacco dei difendenti (non necessariamente difensori), fa sì che altri suoi compagni di squadra possano trovare spazio per inserimenti e per il tiro. Avete fatto caso a quante reti il Barça ha realizzato in queste amichevoli proprio grazie a questo elemento? Vi siete chiesti il motivo di tutta questa improvvisa libertà degli attaccanti blaugrana in area avversaria? Adesso avete la risposta. Avere in area un Messi, un Ronaldo, un Benzema, un Lewandowsky vuol dire proprio questo.   

In queste amichevoli della pretemporada, il minimo comune denominatore è la gran mole di occasioni da rete avete dal Barcelona. Esse sono giunte non solo dall’attuale (e per ancora poco tempo) numero 12, ma anche dagli altri blaugrana. Dembélé, Raphinha, Ansu, Kessié, Gavi. Curiosamente, la gran mole di esse sono arrivate nella frazione di partita che ha visto Lewandowsky in campo. Quando, solitamente nella seconda parte di gara, l’ex Bayern lascia il posto a Aubameyang, esse calano drasticamente. Solo una coincidenza? Nel calcio, e quasi sempre anche nella vita, le coincidenze non esistono, oppure esistono solo nella mente semplice di chi non vuole affaticarsi troppo a vedere la ragione che si nasconde dietro le cose, e che, per comodità, si rifugia dietro alla coincidenza. 

Oltretutto, è inutile e dannoso fare paragoni con altri giocatori di cui si è parlato in questo mercato degli attaccanti, già a segno nelle rispettive nuove squadre. Ciò non solo è molto catalano e barcelonista (il volersi auto flagellare e vedere nero dove altri vedrebbero la luce del paradiso), ma è sopratutto profondamente sbagliato. 

Lewa ha sempre segnato a valanga con il Bayern. E non cinque anni fa, ma appena pochi mesi or sono. Cambiare squadra, compagni di gioco, movimenti e ambiente porta con sé sempre una certa destabilizzazione. Segnare a valanga nelle amichevoli estive e poi smettere di farlo quando i tre punti contano davvero, sarebbe come voler comprare una automobile perché è cool, anche se poi ha problemi al motore. Del tutto inutile. 

Lewandowsky sta solo… prendendo la mira, diciamo così, calibrando il mirino e l’alzo in considerazione delle mutate condizioni ambientali, come ogni tiratore scelto sa fare. Quando servirà davvero segnerà per quanto ci si attende da lui. In tutte queste amichevoli estive il giocatore ha avuto una serie infinita di occasioni da goal. È andato vicino alla rete in una molteplicità di modi: di testa, di piede, da posizione ravvicinata e da fuori; a seguito di azioni combinate e come solista. Solo la varietà di chance procurate mette l’accento sulla sua abilità sottoporta e sulla sua pericolosità. Robert Lewandowsky è un attaccante completo in grado di andare in porta in ogni modo, come solo i grandi goleador sanno fare. Non per niente stiamo parlando dell’attuale Scarpa d’oro e del detentore del The Best, titoli che non si assegnano per sorteggio o per chi indossa il miglior vestito. E, se non fosse stato per Messi, avrebbe conseguito anche il Pallone d’Oro. Ci sarebbe da preoccuparsi solo se non avesse occasioni da rete. Ma non è questo il caso. Anzi, con il passare delle gare queste aumentano di numero e di qualità. Nell’ultima partita contro il New York Red Bulls, il ragazzo si è distinto proprio per le occasioni create, non trasformate solo per un dettaglio di mira, magari per la troppa foga di segnare la prima rete in blaugrana, o per l’esibizione del portiere avversario, che ha messo in scena uno spettacolo degno di Broadway nel ruolo da protagonista di portiere para-tutto.      

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