LAVORI IN CORSO BLAUGRANA

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça cresce giorno dopo giorno, sia come squadra che come rosa; sia a livello di prestazioni in campo che di struttura tecnico-tattica. Il lavoro di Laporta e Alemany, ma anche di Jordi Cruyff, è enorme e va al di là delle più rosee aspettative. Nessuno si sarebbe aspettato un mercato di tal fatta alla conclusione della passata stagione. Speranze di riuscire ad arrivare al nueve diferenciál, sì, ma mettere insieme una serie di acquisti di tal valore, credo che nessuno lo avrebbe mai pensato. Eccetto quei due.

Le prime amichevoli hanno mostrato un Barça che sembra tornato grande, imperioso, dominante nelle due aree e in mezzo al campo. È calcio d’agosto, beninteso, ma le sensazioni sono straripanti. Il nuovo Barça sembra essere in grado di affrontare le partite con una sicurezza e una consapevolezza che solo le squadre veramente forti possiedono. Questo Barcelona ha l’atteggiamento dei forti. Ne ha anche lo spirito e l’autorità. Gioca, e sta in campo, in un modo che definisce se stesso. Mentre lo scorso anno cercava di mettere paura all’avversario, salvo poi ripiegare quando il bluff veniva smascherato, quasi in un “vorrei ma non posso”, in queste prime partite l’impatto caratteriale è diverso. La convinzione nei propri mezzi e nella forza dell’impianto di squadra sono reali e gli avversari lo sentono, lo percepiscono, lo fiutano alla prima occhiata. Nessun bluff; quest’anno si fa sul serio.

La squadra è cambiata totalmente rispetto alla scorsa stagione, e ancora cambierà nel prossimo periodo, in un working progress che rende giorno dopo giorno sempre più appetitosa questa pretemporada. L’attacco è stato trasfigurato. I titolari della passata campagna sportiva sono diventati le riserve di questa. Lewandowsky, da solo, incute quel timore reverenziale che il Barça aveva perso dalla partenza di Messi. Raphinha, giocatore desiderato da Chelsea, Tottenham, Arsenal, disposte ad offrire cifre superiori rispetto a quelle messe sul piatto dai blaugrana, sta dimostrando di essere un giocatore devastante. Sulla fascia, ma anche nella zona centrale del campo a ridosso dell’area di rigore. Visione di gioco, tiro, assist, potenza fisica. Queste le sue migliori doti calcistiche che hanno già portato in dote goal, assist e prestazioni. Ansu, infine, può essere salutato come nuovo acquisto dopo il calvario di infortuni patito nella scorsa stagione.

Il centrocampo è l’unico reparto che non è stato cambiato nei titolari. Puntellato, semmai, nei c.d. rincalzi o, in un periodo storico in cui il buonismo ha preso possesso della nostra lingua, nei diversamente titolari. Kessié offre un profilo di corsa, muscoli e tiro da fuori che mancava nel DNA della rosa. Pjanic, con Xavi, è probabile che avrà una chance di dimostrare la sua utilità in questa squadra. Roberto avrà il suo spazio come tappabuchi alla bisogna. È stato recuperato Pedri, che giocherà la sua prima stagione da crack con il numero 8 sulle spalle. De Jong è il gran dilemma. Resterà?, lascerà la squadra?, sarà titolare o riserva di lusso di Gavi? Ma sopratutto, si ridurrà l’ingaggio (conditio sine qua non per poter restare in blaugrana)?

La difesa, infine, è il reparto che più di ogni altro, al momento, mostra il cartello lavori in corso 24 h/day. Le prime amichevoli si sono giocate solo con Christensen tra le novità della stagione. Già così la difesa è apparsa molto più solida, con l’ex Chelsea che ha dimostrato valore negli anticipi, nel gioco della palla a terra e nel gioco aereo. Ma il bello deve ancora arrivare. Un nuovo centrale, Koundé, per formare una pareja de lujo con Araujo. Entrambi veloci e potenti, il francese possiede grandi doti nel tocco di palla e si trova a suo agio nella costruzione del gioco e nella fase d’attacco. Nella tappa precedente al Sevilla, a Bordeaux, il giocatore veniva spesso usato a centrocampo per portare il sovrannumero grazie alla sua tecnica. Può giocare sia da centrale che da laterale destro, così come Araujo, e questo garantirà a Xavi ampie variazioni sul tema. Ma non è finita qui, perché i due laterali, destro e sinistro, sono quasi imprescindibili. Dest non può giocare da titolare, e nemmeno entrare nel giro costante delle rotazioni. Araujo e Koundé possono anche ricoprire quella posizione (l’uruguayo ha giocato alla perfezione contro il Madrid, annullando Vinicius e lanciandosi anche in proiezione offensiva dove ha bruciato in velocità Rudiger), ma rendono molto di più nel loro ruolo naturale e sarebbe un vero peccato non usare costantemente una coppia di centrali così forte. Ergo, è necessario che i laterali arrivino dal mercato. Azpilicueta a destra e Marcos Alonso, a sinistra, sono i prescelti. I rapporti con il Chelsea si sono irrigiditi dopo il caso Raphinha (soffiato proprio ai blues), ma la negoziazione non si è mai interrotta. Con loro la difesa sarebbe, al pari dell’attacco, nuova di zecca, con l’unica eccezione per Araujo. Jordi e Marcos Alonso si giocherebbero la maglia da titolare. Le rotazioni sarebbero di primissimo livello, con Christensen, Piqué, Eric pronti a essere lanciati nella mischia.

Se nella scorsa stagione la squadra latitava in attacco e scricchiolava in difesa, con l’incubo di sostituire uno dei centrali con Lenglet, nella stagione che sta iniziando il Barça disporrà di due squadre complete, entrambe competitive. La prima, decisamente forte e in grado di arrivare veramente in fondo in tutte le competizioni, la seconda, certamente meno forte, ma comunque capace di giocarsela. Sarà un bel vedere.

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