La corsa per la Liga dopo il tonfo con il Granada

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça è passato, ieri, a ritrovarsi in testa alla classifica per la prima volta in questa stagione e ad essere il padrone del proprio destino, a dovere inseguire e a dipendere dai risultati delle altre contendenti alla vittoria finale. Il tutto nel breve volgere di un tempo di gioco. Alla fine dei primi 45‘, in vantaggio di uno a zero nei confronti del Granada, il Barça era andato negli spogliatoi nel migliore scenario possibile: a più uno rispetto ai colchoneros, a più tre dal Madrid e più quattro dal Sevilla.

Dopo soli 45‘, invece, la situazione si è ribaltata totalmente, in un upside down degno del migliore degli incubi distopici. I blaugrana hanno non solo perso la testa della classifica dopo una rincorsa durata tutta la stagione, ma sopratutto, cosa ben più grave, il diritto a pensare a loro stessi. Adesso non è più sufficiente vincere tutte le sfide che restano da qui alla fine della stagione (5), ma bisogna sperare che il Madrid non faccia altrettanto. In caso contrario la Liga verrà assegnata alla formazione di Zidane, in vantaggio rispetto ai blaugrana per via degli scontri diretti (1-3 al Camp Nou; 1-2 a Valdebebas).

Situazione rognosa, direbbe qualcuno.

Il Madrid non ha un calendario semplice. A priori il Barcelona parrebbe beneficato dagli ultimi cinque incontri restanti, ma pronosticare le gare del Barça è più complicato che indovinare dove cadrà un fulmine al prossimo temporale. Il Madrid giocherà, in serie, in casa contro l’Osasuna; ancora a Madrid contro il Sevilla; poi, in rapida successione, trasferta a Granada, a San Mamés contro l’Athletic, per chiudere a Valdebebas contro il Villareal. La prima, la sfida contro l’Osasuna, è un abbastanza morbida. Los de Pamplona sono tranquilli e non si giocano nulla. In casa con il Sevilla sarà la sfida madre. Inutile soffermarsi sulla sua difficoltà. Quindi doppia trasferta: Granada (morbida), Athletic, che ha sentenziato già l’Atletico, molto ostica. A proposito di sfide complicate, l’ultima, in casa contro il Villareral, è di quelle che possono valere una stagione. Il submarino amarillo si sta giocando l’accesso alla prossima Europa League con Betis e Real Sociedad. Tre squadre per due posti. Visto il cammino delle tre, non è impensabile che la lotta sarà risolta all’ultima giornata. I blancos, in quel caso, si troverebbero davanti un avversario che potrebbe giocare alla morte per conquistare dei punti. E noi sappiamo che il Madrid, come il Barça d’altronde, è obbligato a fare percorso netto. Riepilogando dunque, tre su cinque sono incontri tra i difficili e i molto difficili.

I blaugrana, invece, hanno un percorso all’apparenza più agevole. Parliamo di apparenza perché già abbiamo visto come è andata a Villareal, incontro molto difficile, e contro il Granada, apparentemente morbido. Domenica il Barça avrà la trasferta di Valencia al Mestalla, partita ostica per il Barça per questione sopratutto extra calcistiche (leggasi ambiente, società e politica). Alla quartultima, stessa giornata ma non stesso giorno (ahi Tebas!) del Madrid – Sevilla, il Barça avrà lo scontro diretto, in casa, contro l’Atletico. Se si fosse giocato con i blaugrana in testa alla classifica il Cholo sarebbe stato costretto a rischiare la vittoria. In queste condizioni i rojiblancos giocheranno, invece, sul loro campo, permettendosi il lusso di fare una gara di attesa e contropiede. Un po’ come giocare a poker con un noto baro nella sua tana e con la sua combriccola. Nemmeno il patibolo di Maria Antonietta fu più scomodo. Superati questi due scogli, Messi & Co avranno un calendario in discesa. Levante fuori, Celta in casa, Eibar (all’ultima) al Camp Nou. L’Eibar, l’unica squadra delle ultime tre avversarie che al momento si sta giocando qualcosa, all’ultima di campionato sarà probabilmente già in Segunda, e quindi libera da esigenze di risultato. Ricapitolando, delle cinque ancora da giocare, solo le prime due (Valencia fuori e Atletico in casa), sono difficili/molto difficili. Le altre non rappresenterebbero un grande ostacolo. La Liga, dunque, è ancora tutta in gioco. Tutto può ancora accadere.

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