La festa del Gamper presenta un equipazo che alimenta sogni e speranze

di Giuseppe Ortu

Una festa del Gamper in tono minore dal punto di vista delle celebrazioni. Eccezionalmente a metà settembre e senza pubblico per la pandemia di coronavirus che ha stravolto la tradizione, il Gamper ha celebrato la presentazione della squadra al proprio pubblico senza la pompa e la gioia del pubblico sulle tribune. Niente bande musicali o caroselli, niente giochi per famiglie e bambini nelle ore precedenti la gara al di fuori dello stadio. Nulla di tutto questo. Solamente la gara in una austera festa del Gamper al tempo del coronavirus. Come una festa al tempo di guerra. 
Koeman ha presentato ai nastri di partenza quella che sarà quasi sicuramente l’undici titolare all’esordio di Liga, in casa contro il Villareal. Il 4-2-3-1 di questo inizio stagione che sarà ormai il marchio di fabbrica dell’allenatore olandese. Messi falso nueve per non dare riferimenti offensivi e portare fuori i centrali con i suoi movimenti a retrocedere verso la trequarti. Dietro di lui Ansu Fati, Griezmann e uno straordinario e sorprendente Coutinho (MVP della gara). Doble pivote con De Jong e Busquets e in difesa Roberto a destra al posto di Semedo (possibile partente) Piqué, Lenglet e JordiNeto in porta a difendere i pali del Barça.
La formazione di Koeman è apparsa sempre più a suo agio con il nuovo modulo e la mentalità che ha importato il tecnico olandese. Velocità, verticalità, gioco di prima, pressione alta e intensità. La squadra gioca sempre meglio e sempre più a memoria, con una perfetta integrazione tra giocatori e reparti. La rete del primo tempo è giunta grazie a Griezmann che ha finalizzato una azione velocissima della formazione blaugrana in cui sono intervenuti tutti i giocatori offensivi della squadra. 
La partita è proseguita sulla stessa falsariga anche nella ripresa. L’aspetto più importante di questa gara è stata la praticità del gioco. Velocità, verticalità, pressione alta e aggressività alla pura ricerca della conclusione. Questa squadra non è neanche lontana parente di quelle di Valverde e Setien. Con Koeman si va a velocità doppia se non tripla. I giocatori senza palla sono in costante permanente movimento alla ricerca dello spazio per dettare il passaggio ai compagni. Messinon ha sempre il pallone tra i piedi e non tutte le azioni passano per lui. Gioca i palloni che deve, non quelli inutili. Così è molto più importante e decisivo, oltre a prendere meno botte e a alleggerire la squadra negli schemi offensivi, così molto più vari e imprevedibili. Tutti giocano il pallone e tutti ne sono i finali destinatari, non come nelle stagioni precedenti dove tutta la produzione offensiva era unicamente cristallizzata su Messi. Non si vedono più, inoltre, quegli stucchevoli retropacssaggi al portiere che rallentavano e spezzavano il ritmo. Vedere giocare questi giocatori con questa velocità e fantasia con indosso la nuova prima maglia che ricorda straordinariamente quella super vincente del 2010-11, presenta esaltanti rimembranze per tutto il barcelonismo.  
Altra nota positiva i tanti giovani in campo. Se nel primo tempo c’era un 17 enne in campo (Ansu Fati), nella ripresa, uscito il primo, ne è entrato un altro, Pedri. Oltre a lui sono entrati Trincao, 19 anni e Dembélé (23). Ha fatto il suo esordio nel Barça anche Pjanic, entrato al posto di Busquets. 
Due note negative. La minima produzione in chiave realizzativa davanti a tante occasioni create in tutto l’arco della gara e la mancata convocazione di Riqui Puig. Un talento cristallino che il Barça non può assolutamente permettersi di disperdere. 
In conclusione una ottima impressione per un Gamper che sarà certamente ricordato negli anni a venire per l’eccezionalità della situazione e, forse, per aver assistito alla nascita di un nuovo straordinario ciclo blaugrana.  

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