FC Barcelona – Setién… Sipario!

di Giuseppe Ortu

Fine Sipario Viola - Immagini gratis su Pixabay

Era una partita che valeva un campionato; una gara da vincere a tutti i costi e da giocare in maniera altrettanto all in. Tutto in novanta minuti, si sarebbe potuto intitolare un romanzo che avesse raccontato la storia di questa partita. Una partita in cui il Barça avrebbe giocato in maniera scintillante e messo al tappeto l’avversario per KO con una grande strategia proveniente dalla panchina di un allenatore illuminato. Nulla di tutto questo, invece. La realtà è ben diversa da quella sognata e agognata a occhi chiusi fatta di prati verdi, ruscelli incontaminati e soffice erba profumata. E’ fatta invece di pane duro, acqua marrone e ruvido asfalto puzzolente. Al posto della grande vittoria è giunto un pareggio per 2-2. L’ennesimo, si potrebbe dire, di questa ripartenza del campionato orfana di un allenatore che sieda sulla panchina blaugrana. Le ultime tre gare del Barça sono state un campionario di orrori da museo degli incubi da parte di un tecnico che sembra avere perso la testa e la bussola durante il confinamento. Se mai l’ha avuta ci viene da chiederci. Anche oggi la gestione dei cambi è stata sconcertante; di più, disastrosa. Il primo cambio nel secondo tempo al 63′, un minuto dopo il secondo pareggio di Saul su rigore. Un attaccante? No, Sergi Roberto al posto di Rakitic. Una sostituzione inutile nella maniera più assoluta come il prosieguo della gara ha dimostrato. Con il passar del tempo e con il risultato che non cambiava, Setién è rimasto immobile come il Valverde dei tempi migliori (in senso ironico ovviamente). Il secondo cambio di una gara da vincere a tutti i costi è giunto all’85’ con Ansu Fati. Si è toccato il ridicolo assoluto con l’ingresso in campo di Griezmann al 90′. Suarez, nullo come un processo viziato per omessa citazione dell’imputato, è invece rimasto in campo per tutti i 90′. Con un tecnico incapace di intendere e di volere seduto in panchina a gustarsi la partita con una espressione affranta, interdetta, sostenutamente depressa, che in una gara da vincere a tutti i costi effettua il primo cambio offensivo all’85’, il Barça post Covid 19 ha vinto appena tre delle sei partite disputate, con due 2-2 nelle ultime due gare. Se il torneo era stato messo in pausa con il Barcelona due punti sopra il Madrid, in cinque gare la formazione di Setién si è ritrovata sotto di due. E adesso il Real Madrid può assestare il definitivo colpo mortale con la sua gara di giovedì contro il Getafe.

Setién, che ha trascorso una turbolenta vigilia dell’incontro per le critiche piovutegli dal dopo Celta, ha impostato la squadra con Riqui Puig titolare a centrocampo, Lenglet in difesa e Vidal con l’incarico di supportare l’attacco. Griezmann ancora una volta in panchina insieme a Ansu Fati.
Primo tempo con molte scintille, caratterizzato dalle azioni del Barça che ha attaccato alla ricerca della rete e dai contropiede dell’Atletico. Il risultato di 1-1 con il quale si è chiusa la prima frazione di gioco ha premiato più i colchoneros che il Barça. 7 tiri a 4 sono la dimostrazione dei tentativi offensivi dei padroni di casa. La rete del vantaggio azulgrana è giunta sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Messi direttamente in porta. Il tiro tagliato, stretto sul primo palo a tagliare fuori Oblak, basso, insidiosissimo e forte, è stato intercettato dalle gambe di Diego Costa. Intervento goffo dell’attaccante, con il pallone che gli è finito addosso, e la palla è terminata in fondo al sacco. Il risultato è stato prezioso per Messi & Co. Sbloccare subito il marcatore era fondamentale per non rafforzare le convinzioni difensive degli uomini del Cholo e mettere subito la gara in discesa. Ma pochi minuti dopo è giunta l’azione del pari su calcio di rigore. Contropiede dell’Atletico sulla sinistra, Carrasco è entrato in area affrontato da Vidal che lo ha toccato e atterrato sul cambio di direzione dell’ex cinese colchonero. Calcio di rigore prima parato da Ter Stegen con un bell’intervento in tuffo sulla sua sinistra sul tiro non incrociato di Diego Costa, poi ripetuto su ordine del Var a causa dei piedi staccati dalla linea di porta del portiere tedesco. Sulla ribattuta Saul ha incrociato il tiro, spiazzando il portiere blaugrana e segnando la rete del pareggio.

La ripresa si è aperta con la nuova rete del vantaggio blaugrana su calcio di rigore concesso per atterramento di Semedo. Messi, con una panenkita, ha riportato i suoi in vantaggio mettendo in fondo al sacco la rete numero 700 in Liga con la prima squadra. Tenendo conto di quelle realizzate con il Barça B e C, le reti ufficiali con il Barça sarebbero molte di più. Ma in ogni caso… bottino niente male Mr Messi!

Il Barça ha continuato ad attaccare nel tentativo di chiudere la sfida, ma non è riuscito a sfondare. L’Atletico invece, sempre con Carrasco, ha portato ancora una volta lo scompiglio in area di rigore, conquistando un altro penalty per una toccata dello stesso Carrasco sul ginocchio di Semedo che lo rincorreva da dietro. Per Hernández Hernández si è trattato di calcio di rigore e ancora una volta Saul ha fatto centro. Questa volta Ter Stegen ha toccato il pallone, ma la deviazione è comunque terminata in rete. 2-2.

La partita è ripresa sulla falsariga della gara giocata fino a quel momento. Barça in possesso di palla nella ricerca della rete della vittoria e Atletico chiuso, stretto nella sua disciplinata e ordinata difesa. Alla formazione blaugrana è mancata pericolosità in attacco, fantasia e quella verve necessaria per rompere le linee difensive del Cholo. La condizione fisica approssimativa non ha certo dato una mano. Chi sperava che l’aiuto giungesse dalla panchina con soluzioni mirabolanti da parte del corpo tecnico (o anche solo di segnali di vita cerebrale) è rimasto estremamente deluso, visto lo stato di catalessi, di confusione mentale al limite dello stupore catatonico che si è impossessato delle menti di Setién e Sarabia, bravo e puntuale nello sciorinare improperi irripetibili ai propri giocatori (ci ricordiamo il Clasico di Madrid, vero?), molto meno quando si tratta di trovare soluzioni tattiche ai problemi della squadra. E non parlo di soluzioni vincenti, ma nemmeno di semplici soluzioni, o reazioni pseudo vitali. Con la Liga definitivamente andata, questo finale di campionato rischia di trasformarsi in un autentico calvario e in un momento in cui si regoleranno molti conti in sospeso. La notte dei lunghi coltelli pare appropinquarsi come gli ampi passi delle Erinni. Per adesso possiamo solo dire che oggi è calato definitivamente il sipario su un allenatore che è stato pesato, misurato e trovato mancante. Adeu. 

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