FC Barcelona – I “due per uno” di Bartomeu

di Giuseppe Ortu

Tutti sanno che non bisogna mai fare affari con gli zingari. Inizi con il voler comprare una roulotte e finisci con l’esser tu a comprargliela; esattamente come accade in The Snatch.

Ciò è ciò che avviene al FC Barcelona e allo scaltro Bartomeu. Lui si crede una volpe, un businessman, uno squalo degli affari che quando giunge in una sala colma di top managers crea il panico negli astanti, costretti a nascondersi nelle loro tane per l’arrivo del furbo e feroce eroe di ogni agente di Wall Street. Un po’ come lo era Gordon Gekko per Bud Fox. La realtà è un po’ diversa da quella immaginata, sognata, da Bartomeu. Una realtà fatta di asfalto duro, sporco e puzzolente che fa evaporare e dissolvere le immaginarie nuvolette dorate che affollano la fantasia e l’immaginazione del mandatario blaugrana come l’aria discioglie nel nulla le circonvoluzioni azzurrognole del fumo di una sigaretta.

Già definito il Ciccio di Nonna Papera, il mandatario del Barça sta per esporre nuovamente al pubblico ludibrio il FC Barcelona, tutti i suoi quasi 150.000 soci e i milioni di aficionados, supporters, tifosi (chiamateli voi come preferite), blaugrana. Il Gatto e la Volpe, qui rappresentati dai bianconeri Paratici e Agnelli, stanno da tempo cercando di pescare un bel pesce, grande e grasso, per rafforzare la loro squadra. All’estremità dell’amo hanno attaccato una vecchia esca di cui non sanno più che farsene. Una esca di 30 anni che ha già fatto il suo tempo e sparato quasi tutte le cartucce. Nella sua Colt da sei colpi rimangono, sì e no, non più di due pallottole; una delle due forse a salve.

Il grosso luccio rappresentato dal nostro Bartomeu, affascinato dalla prospettiva di acchiappare quella prelibatezza, resa ancora più gustosa dall’inserimento nella trattativa di un calciatore come De Sciglio, uno che si potrebbe tranquillamente trovare alla Escola UB Catalonia nei campi de Gespa di Muntet in un giorno qualunque della settimana, o al campo di calcetto della Facoltà di Farmacia della UB, dove c’è gente che fa tunnel con la suola con la semplicità con la quale apre un libro di testo, ha pensato bene di inserire a tutti i costi Arthur come contropartita. Il brasiliano, al di là dei problemi fisici e di ambientamento a un calcio ben più veloce del brasilerao patiti nel primo anno e mezzo, e a prescindere dallo scivolone della Festa di Neymar alla quale aveva partecipato due giorni prima del Clasico, rimane un calciatore di gran classe e futuro. L’accostamento con Pjanic e De Sciglio è pura eresia. Nel giudizio dei morti davanti a Osiride, con in un piatto il bosniaco e l’italiano e dall’altro il brasiliano, la Dea Ammit avrebbe consumato il suo pasto. Anche un bimbo, semplice e ingenuo, se ne renderebbe conto.

Grazie al fermo No servito da Arthur in tutte le salse sia al club che alla Juventus, dalle parti di Torino hanno pronto un altro affare da proporre alla Junta blaugrana. Ansu Fati per i due. L’offerta da supermercato del due al prezzo di uno di matrice bianconera farà tentennare e ingolosire anche questa volta il Superuomo di nitchesca memoria, o meglio il grande, grosso, grasso luccio di cui prima? Ai posteri l’ardua sentenza.

Solo il fatto che la Juventus pensi a proporre uno scambio del genere manifesta quanto in basso siano caduti la reputazione e il nome del FC Barcelona se un club rivale giunge anche solo a pensare di proporre e intavolare operazioni del genere. Qual’è la considerazione di questi dirigenti della controparte blaugrana? Di questo passo qualunque altro club si sentirà nell’ardire di proporre affari truffa alla dirigenza del FC Barcelona.
Ci piace chiudere con una citazione cinematografica: “Sono preoccupato per il nostro Paese perché l’altra sera ho fregato il vecchio a poker” “E qual’è il problema?” “Se l’ho fregato io, lo immagini cosa possono fargli i russi?”    

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