FC Barcelona – La Junta scivola anche su Carles Pérez

di Giuseppe Ortu


Carles Pérez è stata una delle sorprese di questa stagione. Il canterano, con ficha da Barça B, è stato integrato in prima squadra a inizio stagione insieme a Ansu Fati. Il ragazzo aveva iniziato la stagione con ottimo impulso. Dopo l’esordio da subentrante contro l’Athletic, aveva disputato da titolare 4 gare consecutive con una rete (alla seconda in casa nel 5-2 contro il Betis). Dopo una mancata convocazione, era partito ancora una volta nell’ undici iniziale nella vittoria a Getafeper 2-0. Da quel momento, alla settima, ha iniziato a perdere protagonismo, anche se ha sempre risposto presente, per impegno e rendimento, ogniqualvolta è stato chiamato in causa. In Champions, invece, ha giocato (titolare) solo nella partita contro l’Inter a Milano, quella nella quale i ragazzini avevano battuto i nerazzurri per 2-1, marcando anche uno dei due goal.
Dopo questo rendimento, tutto sommato positivo per un ragazzo aggregato dal Barça B, tutto ci si sarebbe aspettati fuorché un taglio nel mercato di gennaio deciso da Setién al suo arrivo a Barcelona. Da un estimatore della cantera e dei giovani ci saremmo aspettati che il tecnico provasse, testasse il ragazzo in campo, tanto più in periodo di difficoltà del reparto offensivo data l’assenza di Suárez. Invece, senza averlo mai provato in campo, è arrivata la decisione di fare a meno del giocatore, con il brusco e poco elegante invito di allenatore e club di cercarsi una squadra in quattro e quattr’otto.
Veramente un altro, l’ennesimo diremo, brutto segnale lanciato da una directiva che persevera nel comportarsi come un elefante in una cristalleria. Se garbo e buon gusto non sono mai stati frequentatori del comportamento di certi dirigenti, almeno con il tempo ci si sarebbe aspettati un miglioramento da questo punto di vista. Anche la goccia scava la roccia a furia di provare e riprovare. Certe abitudini, invece, sono più dure anche della roccia. E’ evidente che se a Downton Abbeyentri sempre dalla porta di servizio qualche ragione pur ci sarà.

Oltre all’aspetto di forma e maniera certamente non da gentleman (qualcuno ha detto, chissà quando; chissà dove: “I gentlemen infastidiscono la gente perché evidenziano, quando messi a confronto, la loro assoluta rozzezza e inadeguatezza”), l’azione è dannosa anche dal punto di vista sportivo. Carles ha dimostrato, finora, di meritarsi il posto in prima squadra e avrebbe meritato la chance di confrontarsi anche con il nuovo tecnico e il suo nuovo credo calcistico. Se lo è guadagnato questo diritto. Posto che il ragazzo non è un appestato o un portatore di coronavirus da eliminare il più presto possibile dallo spogliatoio per evitare di infettare i compagni, tutta questa fretta nel disfarsi di un calciatore come lui desta sorpresa. Tanto più che il ragazzo, a quanto pare, era per giunta disposto a rientrare nei ranghi del filial. A questo punto giunge spontanea la domanda. Che cosa è successo? Carles ha pestato i piedi a qualcuno? Questo non ci è dato saperlo.

Con il giocatore in rampa di lancio, su di lui sono piombate molte squadre disposte ad accoglierlo tra le loro fila. Tra esse la meglio posizionata è la Roma. La società italiana avrebbe già trovato l’accordo con il giocatore, dubbioso solamente per l’impossibilità di disputare la Champions. Il Barça sarebbe pronto alla cessione a titolo definitivo, ma vorrebbe mantenere, come sempre in questi casi, il diritto di recompra. Sul punto, tuttavia, la Roma non pare disposta a cedere. Non vuole che venga inserita in contratto tale chance a favore del Barça. Pare che lo stesso ragazzo non voglia questa clausola. Come dargli torto? Dopo essere sbattuto fuori con il classico calcio nelle zone basse in tutta fretta e senza apparentemente una ragione, è fin troppo normale che lo stesso giocatore non abbia tanta voglia, nel caso in cui dovesse trionfare in altri lidi, di rientrare alla base. Le cifre della cessione si aggirano intorno ai 15 milioni di euro. Il Barça,conseguentemente, rischia di perdere un giocatore che potrebbe diventare molto forte nel giro di qualche stagione per una cifra ridicola e per motivi del tutto misteriosi. Di chiunque sia la decisione, del corpo tecnico o dirigenziale, è una scelta affrettata, sbagliata e pericolosa per il futuro del giocatore e del club. L’ennesima decisione sbagliata di una serie di cui, ormai, non si vede più la fine.

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