FC Barcelona – Xavi solo da giugno e Suárez out fino a Maggio

di Giuseppe Ortu

Xavi ha per il momento detto No al Barça. Il suo è solo un arrivederci. L’ex centrocampista blaugrana, e ora tecnico del Al Saad, ha dato la sua disponibilità ma solo a partire da giugno. Non vuole iniziare con il suo primo, vero, grande incarico da allenatore a stagione in corso, preferendo programmare sin dall’inizio la sua nuova avventura barcelonista. Tra l’altro Xavi è legato da un rapporto di stima e fiducia con la sua attuale club ed è impegnato ancora con la stagione sportiva del Al Saad. Una ragione di più, anche se meramente residuale, per rimandare alla fine del campionato spagnolo il suo ritorno a Barcelona. A partire da giugno, se il club ancora lo vorrà, sarà a disposizione. Ma solo a partire da allora.

A questo punto si apre un problema enorme per la panchina del Barça. Con Valverde completamente sfiduciato dall’ambiente blaugrana, si apre la corsa a trovare un suo successore. E’ chiaro che Valverde non possa più ricoprire il ruolo di tecnico. Anche volendo, il Txingurri è ormai sfiduciato dai pesos pesados della squadra, che avevano anche già parlato con Xavi in vista del suo arrivo al Camp Nou, e adesso anche dalla dirigenza. Come potrebbe restare da gennaio fino al termine dell’anno sportivo? Se la situazione era precaria prima, adesso sarebbe totalmente paradossale, con un tecnico in carica solo perché la sua alternativa ha rifiutato il suo posto.

La delegazione blaugrana composta da Abidal e Grau, appena rientrati dal Quatar, si riuniranno questa sera in città con Bartomeu e altri directivos per studiare una soluzione di emergenza che permetta di andare avanti fino al termine della stagione con buoni margini di manovra per la squadra dal punto di vista dei risultati sportivi. La squadra è in testa alla Liga, agli ottavi di Champions e impegnata in Copa del Rey. Con tutti i trofei ancora in gioco, non ci si può permettere il lusso di buttare una temporada che può ancora riservare piacevoli sorprese. I tecnici che ha sotto mano la dirigenza sono Garcia Pimienta, tecnico del filial, soluzione della Casa, Quique Setien, tecnico al momento disponibile dopo aver chiuso il suo rapporto con il Betis lo scorso anno e Gabi Milito, ex Barça e attualmente allenatore del Estudiantes de la Plata. Koeman e Martinez, nomi spesso associati al Barça in questi ultimi tre anni, sono impegnati con le rispettive nazionali in vista della disputa degli Europei di Calcio di questa estate. Nelle prossime ore si avranno maggiori novità e certamente si conoscerà il tecnico che farà da traghettatore al Barça di Xavi.

Nel frattempo, come se non bastassero questi problemi, la squadra deve affrontare la grana Suárez. L’uruguaiano, che soffre di un problema al menisco esterno del ginocchio destro, è stato operato ieri a Barcelona dal dottor Cugat. Un problema che assilla il calciatore da 2 anni ormai. Lo scorso mese di maggio si era sottoposto a intervento chirurgico, ma i problemi non erano stati risolti completamente, tanto che nel pre partita contro l’Espanyol, durante il riscaldamento, il giocatore aveva nuovamente avvertito un forte dolore.
Circa i tempi di recupero, se inizialmente si pensava che il ragazzo sarebbe stato disponibile per la ripresa della Champions a fine febbraio, le notizie post operatorie sono completamente diverse. Per evitare qualsiasi rischio di ricaduta, la prognosi è stilata in quattro mesi, con ripresa dell’attività fisica fissata a maggio. Stagione finita, dunque, per Suárez.

Il Barça a questo punto dovrà pensare se e a come muoversi. Se sostituire l’uruguagio sul mercato, anche se a gennaio i giocatori di livello top non si muovono, oppure se ricercare la soluzione all’interno del club. Una soluzione potrebbe essere quella di spostare Griezmann al centro, magari come falso nueve e con Messi e Dembélé (quando recupererà dalla sua lesione) ai suoi lati. Oppure giocare con Messi falso nueve più i due francesi a fargli da ala. Altra conclusione potrebbe essere quella di ricorrere a Carles Pérez, sebbene il ragazzo potrebbe non essere in grado, a livello di esperienza e di preparazione mentale, di assumere un ruolo da titolare per un periodo così lungo di tempo e in partite tanto importanti come quelle a cui andrà incontro il Barça da qui alla fine della stagione.  

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