FC Barcelona – Ansu Fati si veste da Messi e entra nella storia

di Giuseppe Ortu

Un Barça ampiamente rimaneggiato batte l’Inter al Meazza di Milano per 2-1, che cade eliminato dalla Champions League. I nerazzurri vengono così retrocessi in Europa League, strozzando le ambizioni di gloria del suo allenatore, Antonio Conte. Il Barça si è presentato a Milano da qualificato come primo in classifica, con all’orizzonte due scontri di Liga importanti e delicati, come quello dell’Anoeta del 14, campo storicamente ostico e complicato per i blaugrana, e il Clasico del 18 contro il Madrid al Camp Nou. Per Valverde e i suoi era chiaro che a questo punto la Liga diventava indubbiamente più importante, a livello di attenzioni, dell’ultima di Champions. Detto fatto. Già le convocazioni avevano fatto capire le intenzioni del tecnico blaugrana. Messi, Piqué e Roberto sono rimasti a Barcelona. Con Jordi Alba, Semedo e Dembélé ancora infortunati, Suarez, De Jong, Busquets, Ter Stegen si sono accomodati in panchina. In campo il Barça si è presentato praticamente con una sorta di Barça B, in cui i soli titolari erano Griezmann e Lenglet. Per il resto seconde linee come Neto, Rakitic, Vidal e Umtiti e terze linee (Alena, Carles Perez, Wague, Todibo, Junior). Una grande occasione per l’Inter di poter giocare contro una formazione inesperta, giovanissima e senza affiatamento alcuno e cercare la vittoria che sarebbe valsa il passaggio del turno. A complicare il compito per il Barça ci si è messo anche lo stesso Valverde, che ha stravolto lo schieramento della sua squadra. Dal 4-3-3 il tecnico è passato ad un improvvisato 3-5-2. Tre centrali difensivi, Todibo, Umtiti e Lenglet che mai avevano giocato assieme.

Con queste premesse, chi si attendeva una passeggiata interista è rimasto deluso. Il Barça delle seconde e terze linee ha sfoderato una prestazione con qualche buco sì, un gioco non particolarmente scintillante, approssimativo in qualche appoggio e trama, vero, sopratutto nel secondo tempo, ma pur sempre efficace e sufficiente per battere a domicilio la proprietaria del campionato Italiano di Serie A. La prestazione dei ragazzi blaugrana è assolutamente da elogiare in tutti i suoi effettivi. Per mettere alla prova i suoi, Valverde ha mantenuto intatto l’equilibrio tra titolari e riserve per tutta la gara. Se si è partiti con due componenti dell’Once de Gala (Lenglet e Griezmann), si è terminata la gara con tre titolari: lo stesso Lenglet, De Jong e Suarez.

Il primo tempo è stato giocato ad un buon ritmo da parte dei blaugrana. Buone trame di gioco e velocità di esecuzione. Il Barça è passato in vantaggio con il canterano Carles Pérez. Lenglet si è mangiato la rete del raddoppio prima che Lukaku regolasse i conti con un tiro da fuori deviato e finito in fondo al sacco.
La ripresa è stata maggiormente sotto tono da parte blaugrana. Il ritmo è calato e con esso anche l’efficacia delle trame di gioco. Il giudizio complessivo rimane comunque sempre positivo se si tiene conto della differenza di esperienza che c’era in campo tra italiani e catalani. L’equilibrio nel risultato è stato spezzato dall’ingresso di Ansu Fati sul finale di gara. Il ragazzo di 17 anni, che con la sua rete si è convertito nel più giovane giocatore della storia della Champions League a marcare nella massima competizione europea, si è travestito da Messi e, un minuto dopo il suo ingresso in campo avvenuto all’85’, ha scambiato con Suárez (sponda precisa come quella per Messi contro l’Atletico) e ha calciato di prima all’angolino opposto. La palla ha sbattuto contro il palo ed è finita in rete.

Oltre all’eccezionalità dell’impatto sulla partita del 17enne, la sfida ha raccontato le buone prestazioni individuali di alcuni giocatori. Su tutti Todibo, che ha lottato duramente con Lautaro, il migliore dei suoi. Sebbene non sia riuscito mai nell’anticipo, gli ha sempre impedito di girarsi verso la porta, annullandolo in ogni suo tentativo di attacco. Ottima anche la gara di Alena, finalmente titolare e in campo per tutti i 90′. Padrone della linea mediana, il canterano ha dimostrato di avere imparato la gestione del pallone e dei tempi di gioco dal suo mentore Sergi Busquets. Controllo della palla e dei tempi di gioco, l’arte di sapersi fare fallo, imbucate verticali, il ragazzo ha dimostrato di avere i numeri per giocare stabilmente in questa squadra. Ottima anche la prestazione di Carles Pérez. Rete, corsa, lotta, tiro in porta. Il giocatore del Barça B ha mostrato tutto il suo repertorio e il suo carattere. Anche per lui una promozione sin un pero. Sotto tono le prestazioni, invece, di Vidal, lento, impreciso, poco grintoso, e Griezmann, sebbene si sia sacrificato molto nella fase di recupero. In una partita in cui mancavano sia Messi che Suárez, quantomeno per gran parte della gara quest’ultimo, l’ex Atletico avrebbe dovuto prendersi la scena e comandare tutta la fase d’attacco.

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