Il doppio binario del Var spagnolo

Il Var in Spagna viaggia su due binari, distinti e paralleli. Così come la sua applicazione, distinta a seconda della squadra nei cui confronti viene applicato. Così abbiamo un Var per il Real Madrid, e uno per tutti gli altri. Barcelona e Atletico compresi. 

Il Var che si applica al Madrid è bivalente. A volte sembra affetto da cecità fulminante, in altri casi ha la vista di falco. Talvolta, addirittura, fa voli pindarici di pura fantasia. Due pesi e due misure insomma. Le regole che valgono per il Var blanco non sono le stesse che si applicano per quello popolare, destinato, cioè, alla massa delle squadre spagnole, siano esse nobili o meno nobili, di prima o seconda fascia. La riprova di ciò l’abbiamo avuta sia in Levante-Real Madrid di una giornata fa, sia nel Clasico di ieri. 

Nella partita del Ciutat de Valencia, il Var per il Levante non è intervenuto quando Morales è stato atterrato in piena aerea di rigore a pochi passi da Courtois. L’arbitro ha fatto proseguire e il Var non ha nemmeno preso in considerazione l’episodio. Comportamento diametralmente opposto per il Var in versione Madrid nell’occasione del rigore assegnato a Casemiro. In quella circostanza l’arbitro ha indicato subito il dischetto. Il Var ha preso in considerazione l’episodio, lo ha rivisto più e più volte, e nonostante fosse chiaro, lampante, cristallino che il brasiliano si fosse tuffato come la coppia Dallapé-Cagnotto alle Olimpiadi di Rio 2016, ha convalidato la decisione del giudice di gara. 

Nel Clasico di ieri tale comportamento si è ripetuto. E’ ben noto che il Var può intervenire sia sulle azioni che possono assegnare un calcio di rigore, sia su quelle che possono comminare il cartellino rosso. Ebbene, nella gara di ieri sera al Bernabeu, quando Sergio Ramos ha colpito violentemente con una gomitata al volto Leo Messi, intervento passibile della sanzione del rosso diretto, l’arbitro ha fatto proseguire l’azione e il Var, che avrebbe dovuto fare il check dell’accaduto (Messi è anche rimasto a lungo a terra), non è intervenuto a visionare i fatti. Stessa cosa è accaduta quando, sempre nel secondo tempo, Vidal è stato atterrato davanti a Courtois da altra gomitata di Ramos tra petto, gola e volto del cileno prima che il giocatore potesse intervenire su un assist in area e spedire il pallone in fondo al sacco. Il fallo, l’aggressione sarebbe meglio dire, è stata vista da tutti. Anche qui: cartellino rosso per Ramos più calcio di rigore. L’arbitro, come nel film di John Huston Fuga per la vittoria, non ha fatto una piega e ha fatto proseguire. Il Var, che in questa situazione sarebbe dovuto intervenire per due dei quattro casi per cui la Var è competente, non ha avocato a sé le funzioni di giudice controllore e revisionatore, contravvenendo alla stessa normativa, e se ne è lavato le mani. 

    In conclusione, stiamo parlando di due pesi e due misure nell’applicazione del Var. Quando lo sviluppo dell’azione può essere favorevole al Real Madrid il Var interviene per sanzionare l’irregolarità. Quando le conseguenze del controllo tecnologico posso sfavorire i blancos, ecco che, puntualmente, il Var esce di scena, spegne tutto, e aspetta che arrivi Godot per intervenire. In questo modo il real Madrid viene favorito ancora di più rispetto a prima dell’introduzione del mezzo tecnologico nel calcio spagnolo. 

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