In campo con la Roja contro la Germania. Meraviglia Iniesta

La giornata di ieri è stata caratterizzata da una serie di partite delle rappresentative nazionali. Amichevoli sì, ma certamente molte partite di cartello. Come se fosse un mini mondiale ha detto qualcuno. Tra questo esercito di calciatori, mescolato alla rinfusa in giro per l’Europa e il mondo, anche molti giocatori blaugrana sono scesi in campo con le squadre dei propri Paesi, da Jordi Alba a Piqué, da Yerry Mina (grande prestazione contro la Francia) a Coutinho e Paulinho. Ma tra tutti loro, il vero vincitore di questa giornata di gare amichevoli è risultato certamente Iniesta che si è installato nel gradino più alto del podio. 

Don Andrés Iniesta, impegnato con la Roja nell’amichevole contro la Germania del compagno di squadra Ter Stegen, gara terminata 1-1 con reti di Rodrigo e pareggio di Thomas Muller, è assurto agli onori della cronaca per aver giocato un match spettacolare. Il manchego ha giocato i primi 45′ della sfida con i teutonici e ha incantato il pubblico (e non solo) sugli spalti della Esprit Arena di Dusseldorf. Applausi a scena aperta da parte dei tedeschi e dei tifosi della Roja che hanno inneggiato al numero 8 con il solito coro che abitualmente si sente al Camp Nou: Inieeesta, Inieeesta“. Tra le perle della serata, oltre al passaggio illuminante da fuori area che ha messo nei piedi di Rodrigo il pallone del vantaggio spagnolo, anche un sombrero regale in uscita dall’aera di rigore e un giochino a centrocampo ai danni di Thomas Muller al quale ha prima mostrato e poi sottratto il pallone come se fosse stato attaccato ad uno spago invisibile. 

Un Iniesta che, alla soglia dei suoi 34 anni continua, imperterrito, a sfidare la legge del tempo come un supereroe dei fumetti il cui orologio genetico marcia a ritroso. “Il tempo non esiste” aveva detto Einstein, con ciò picconando il “principio del tempo assoluto” promulgato da Newton. Dopo di lui si sono succeduti una serie di principi di fisica quantistica, come la gravità quantistica a loop, che sostengono che il tempo presente è così infinitesimamente veloce che non possiamo né sentirlo, né vederlo, né percepirlo. Quando è arrivato è già sparito, non c’è più. E’ una mera illusione.

Un po’ la medesima cosa accade con Iniesta. Il tempo… hoops, l’età anagrafica, meglio (invenzione tutta umana) avanza, ma per lui il tempo non esiste. Non lo percepisce, non lo sente, non lo sfiora. I capelli? Sì, vero sono più grigi; pochi erano pochi anche prima se per quello. Ma sul campo?, con le scarpette ai piedi e un pallone da accarezzare con la suola, da strapazzare con il collo del piede? Vogliamo parlarne? Sul campo di gioco è lo stesso Don Andrés di sempre, l’incantatore di serpenti più potente del calcio moderno. I suoi tempi di gioco sono più veloci di quelli di tutti gli altri. Come per Messi, è come se i suoi occhi vedessero l’azione su un piano rallentato rispetto agli altri giocatori, sì da potergli sempre permettere di scegliere, con la calma del caso, la giocata perfetta. Come la mente di un matematico, il campo da gioco made in Iniesta è composto da una serie di rette e proiezioni ortogonali tracciate laddove il pallone dovrà andare. Lui vede e poi esegue. El de Fuentalbilla è sempre un passo avanti rispetto agli altri.

Ieri sera è uscito dal campo sotto un diluvio da applausi tedeschi e spagnoli insieme, un groviglio di mani che si affaticavano a più non posso per rendere omaggio al più grande di tutti. 

Iniesta è come il vino buono che lui stesso produce. Migliora con il trascorrere degli anni perché alla magia del suo gioco e della sua mente futbolistica vi aggiunge le atmosfere che respira in tutti i campi dove mette piede, una atmosfera fatta di saggezza, esperienza, maturità e… di un pizzico di magia.        

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