Qualificazione con vista sul Mestalla

Chissà quante volte Valverde avrà maledetto il pessimo timing della sfida di stanotte. La partita contro la Juventus di Champions arrivava proprio nel momento peggiore. Nella stessa settimana dell’incontro clou della Liga. Al Mestalla il Barça si gioca infatti quasi metà campionato. L’obiettivo di Valverde era ottenere il massimo nella partita con la Juventus con il minimo dispendio di energie al fine di poter disputare una sfida vibrante e intensa domenica prossima a Valencia. Detto fatto. Il Barça ha svolto il suo compitino alla perfezione. Questa non doveva essere partita da fuochi d’artificio, ma da formichine sagge e lungimiranti.

Obiettivo raggiunto

Traguardo centrato al primo colpo. Lo zero a zero, con un minimo dispendio di energie fisiche e mentali, è stata la logica conseguenza. Per una sera lo spettacolo poteva attendere, c’era una qualificazione da conquistare come primi del girone e mantenere le gambe fresche per la sfida di domenica sera.

Schieramento senza Messi

Le idee dell’allenatore si sono viste sin dall’ufficializzazione della formazione. Messi non è tra gli undici titolari. Dopo un primo momento di sgomento, con una certa paura per un infortunio nel riscaldamento, arriva la notizia: l’esclusione dell’argentino è dovuta a una scelta tattica. Concordata con Leo, s’intende. Lo scopo? Chiaramente quello di riservarlo (e preservarlo) per la trasferta del Mestalla, dove sarà fondamentale vincere e spendere tante energie. Insieme a lui si accomoda in panchina anche Jordi. Gli altri pesos pesados sono tutti in campo. C’è da mettere in campo una formazione comunque equilibrata. Deulofeu, Digne e Paulinho completano lo schieramento. Nella partita della scorsa stagione, il 3-0 subito a Torino, la squadra era stata travolta a centrocampo e sotto il profilo del ritmo. La presenza di Paulinho, la sua fisicità e corsa, servivano a colmare questa lacuna.

Tutta un’altra storia

Sin dalle prime battute si è capito subito che questa partita non sarebbe stata come quella sciagurata della passata temporada. Il Barça ha da subito preso il controllo della gara, del centrocampo, del terreno di gioco. La squadra di Valverde ha occupato ogni spazio, ogni centimetro del rettangolo verde, chiudendo gli spazi e mettendosi subito in modalità gestione. Era evidente da subito che l’obiettivo era tenere palla, non correre rischi e faticare il meno possibile. La squadra ha dato subito una netta sensazione di superiorità e di calma olimpica. Non sembrava che stesse giocando a Torino contro la Juventus in Champions League, ma che stesse disputando un incontro di Copa contro un avversario di categoria inferiore, tanto la manovra e la gestione della gara apparivano placide e sicure come uno specchio d’acqua nel giardino di casa. Per larghi tratti della gara la Juventus non è riuscita nell’atto di superare la metà campo. E’ certo che, se la sfida di stasera non fosse capitata nella stessa settimana della partita di Valencia, il risultato sarebbe stato decisamente differente. Ma come è stato accennato in precedenza, c’è un tempo per i fuochi artificiali, e uno per la luce soffusa delle candele.

No Messi no fantasy

Se in fase difensiva i rischi corsi sono stati praticamente nulli (Ter Stegen è stato impegnato severamente solo al 92′), in attacco l’assenza di Messi si è trasformata in una mancanza di fantasia e imprevedibilità. 

Con il pensiero al Mestalla

Le regole d’ingaggio della trasferta italiana erano chiare: ottenere la qualificazione agli ottavi come prima del girone senza spostare mai la mente dal Mestalla. Come in quel film, Camera con Vista, il Barça si è affacciato allo Juventus Stadium, ora Allianz Stadium, con lo sguardo puntato su Valencia. Torino e Valencia non sono mai state così vicine come stanotte.  

  

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