La Riflessione. La Masia, la grande fuga, lo spirito di corpo e i Marines

Parafrasando il titolo di un famoso film bellico con un cast di super stelle, La Grande Fuga, si può dire lo stesso di ciò che sta accadendo alla cantera del Barça. Perché tutti vogliono scappare? La fuoriuscita di giovani e giovanissimi talenti verso la Perfida Albione e la Premier è sempre stata una costante delle categorie giovanili Blaugrana. I casi più noti sono quelli di Fabregas e Bellerin, che a suo tempo preferirono emigrare nella Premier alla ricerca di una scorciatoia alla consacrazione individuale. Si sa, nel Barça la competizione è talmente elevata e selettiva, i tempi di attesa talmente elevati per giungere in prima squadra, e l’impazienza della gioventù talmente frenetica, che un modo per conquistarsi un posto tra gli dei dell’Olimpo del calcio è quello di cercare un Posto al Sole in qualche squadra di prestigio con una competizione interna meno selettiva. Questo è sempre accaduto, ma mai come questo inizio di estate. In rapida successione La Grande Fuga di giovani talenti ha riguardato Jordi Mboula, atterrato nel paradiso dorato di Montecarlo; Eric Garcia, centrale del Cadete A pronto a trasferirsi a Manchester, sponda City, e ora anche Mateu Morey, laterale destro del Juvenil B in rampa di lancio per il Bayern. Una emorragia di giovani calciatori e futuri campioni.

Perché tutto questo? Perché il Club non riesce a bloccare questa smania di libertà che inizia a diventare fin troppo imbarazzante e difficoltosa da spiegare? E’ solo un discorso di opportunità soggettiva dei singoli giocatori che pensano di dover attendere troppo l’occasione di giocare in prima squadra in un Club tanto forte e competitivo a tutti i livelli, oppure è il Club che non crea al suo interno un rapporto di fidelizzazione, di coesione e di immersione dei giocatori nei propri valori fondanti, tanto da non creare una simbiosi, giocatori-Club, che impedisca loro di lasciare la base? Ciò che capita quando ti innamori veramente di una donna: non la lasceresti mai neanche se si presentasse la ragazza più bella del pianeta, perché tu sei lei e lei è te, una simbiosi unica e indistruttibile.

Il discorso può valere anche per i giocatori della prima squadra. In quante occasioni si è sentito parlare di calciatori che rifiutano un trasferimento in maglia Blaugrana per l’enorme competizione che trovano al Barcelona e il rischio di non giocare da titolari? Nella scorsa stagione è capitato con Vietto, Gameirò, Dembelé; lo stesso Vinicious Jr ha rilasciato recentemente le medesime dichiarazioni, anche se non ha obiettato a firmare per il Madrid. Ora anche Deolofeu sembra orientato sullo stesso percorso. In senso opposto, dopo qualche partita in panchina, tra gli stessi Blaugrana inizia a serpeggiare malcontento e si alzano sommesse voci di richieste di trasferimento, come se una formazione vincente che punta a conquistare tutti i trofei disponibili non abbisognasse di una profonda rosa di altissima qualità e di una panchina all’altezza della formazione titolare. Non è stata questa la carta vincente del Madrid di Zidane? Isco, Morata, Asensio in panchina. Qualche mugugno, forse, ma a dispetto dei pochi minuti giocati e del poco protagonismo avuto in stagione, il malagueno non ha obiettato alcunché a una ricca proposta di rinnovo. Al Barça, probabilmente, avrebbe chiesto e ottenuto la cessione.

E’ forse venuto il momento di fare una profonda riflessione a Can Barça, porsi queste domande, e trovare risposte più approfondite del semplice: “I giocatori non vogliono venire al Barça perché siamo troppo forti” di Robert. Questo è vero, certamente, ma il tutto non può essere ridotto solo a questo. E’ tornato il momento di fare innamorare i giocatori del Barça del Barça, inteso come squadra e come Entità, della sua storia e della sua orgogliosa appartenenza. Solo così si da continuità al motto del Club. I Marines parlano di spirito di corpo, di onore, codice, disciplina e appartenenza. Appartenenza, ecco; la parola che deve orgogliosamente riecheggiare lungo i corridoi della Masia e del Camp Nou. Il Barça deve tornare ad essere questo per chi ne fa parte, un orgoglio a prescindere da tutto il resto, da come giochi e quanto giochi. Sei del Barça, fai parte del Club più forte e prestigioso al mondo; null’altro deve contare. Il Barça è més que un Club. Torniamo a farlo diventare tale.

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