IL BARÇA STRAVINCE CONTRO IL SEVILLA DI SAMPAOLI E SCAPPA A +8 SUL REAL MADRID

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça stravince contro il Sevilla sbloccando la gara e dilagando nel punteggio nel secondo tempo. Con questa vittoria la formazione di Xavi consolida il primo posto in classifica e lo rinforza con un vantaggio di + 8 sul Real Madrid secondo, sconfitto nel pomeriggio a Mallorca per uno a zero in una gara nella quale la formazione di Ancelotti ha calciato contro la porta mallorquina appena una volta in tutto l’incontro.

Il Barça ha dominato sin dall’inizio. Un primo tempo di assoluta matrice blaugrana. Nonostante ciò i primi 45 minuti si sono chiusi con il risultato di parità di zero a zero. Il Sevilla, schierato con un abbottonato 5-4-1 ha chiuso tutti gli spazi, giocando arroccato in difesa con tutti i giocatori di movimento dietro la linea della palla. Il Barça ha dominato, creato gioco e occasioni, ma quando è riuscito a superare l’arroccata linea difensiva di Sampaoli, ha trovato ad attenderlo un super Bono, che ha sfoderato degli interventi di matrice mondiale. Lewandowski è stato certamente il più pericoloso dei blaugrana, con due occasioni che hanno impegnato il portiere sevillista. Per rendere idea della pressione esercitata dalla formazione di Xavi, due dati: gli 8 calci d’angolo a zero della prima metà di gara, e il 90% di possesso palla contro i 10 del Sevilla alla mezzora. Un grosso problema che il Barcelona ha dovuto affrontare sin dall’inizio è stato l’infortunio di Busquets dopo appena 5 minuti. Sostituito da Kessie, che ha giocato da interno destro, De Jong si è accentrato nel ruolo di pivote.

Nella ripresa il Barça ha esondato, senza che il Sevilla riuscisse più a bloccarlo con i sacchetti di sabbia posti a difesa della propria area di rigore come fatto nel primo tempo nel tentativo di bloccare la forza dell’acqua come in occasione di una inondazione. Il Barça è passato al 57′ con rete di Jordi su assist monumentale di Kessie, che ricevuta palla da Raphinha in area di rigore, ha lavorato la palla con la suola spalle alla porta, fatto passare la sfera tra due avversari per servire, nello spazio, l’accorrente Jordi che si è presentato davanti a Bono. Con un tocco di piatto di prima il numero 18 ha infilato l’estremo difensore sevilliano nel palo lungo, rendendo vana la disperata uscita bassa del portiere marocchino.

Il vantaggio ha aperto la lata, stappato la partita, facendo schizzare fin sugli spalti le bollicine di champagne che erano state respinte a forza all’interno della bottiglia dalla tattica attendista di Sampaoli. Una volta in vantaggio il Barça è diventato incontenibile. Il Sevilla ha cercato di proporsi in avanti, ma si è disunita nella sua ferrea linea difensiva. Il Barça ha ringraziato ed è ripartito in velocità, trovando ora tutti quegli spazi che gli erano stati preclusi nella prima metà di gara. E così, sotto la spinta infuocata di 78 mila spettatori che vedevano il Madrid dallo specchietto retrovisore sempre più lontano con il passare dei minuti, il Barça ha creato sempre di più, con crescente velocità delle giocate e portando al massimo della potenza la mappatura del proprio motore.

Il raddoppio è stata la normale conseguenza di questo entusiasmo futbolistico che si è impadronito dei giocatori in campo e del pubblico sulle tribune, in una unione quasi mistica. Come in trance, la squadra ha spinto a testa bassa aumentando lo spettacolo delle giocate. Al 70′ è stato Gavi a gonfiare la rete sotto la Gol Nord. Azione iniziata da Raphinha, che ricevuto un pallone verticale è scattato lungo l’out di destra. Raggiunto il fondo ha sterzato in dribbling su Ocampos, è entrato in area dal lato corto di destra e ha piazzato un passante incrociato da destra a sinistra a tagliare fuori l’intera difesa avversaria, portiere compreso, in direzione dell’inserimento di Gavi, che sul secondo palo, indisturbato, ha accompagnato il pallone nella porta sguarnita. Assist spettacolare e rete di importanza capitale.

Il secondo tempo di Raphinha è stato pari a quel campione che è, che aveva conquistato in estate la dirigenza blaugrana, e che fino ad ora si era visto in poche circostanze. Dopo lo show mostrato nelle prime due marcature, il numero 22 brasiliano si è tolto lo sfizio di segnare personalmente. Azione nata da una inventiva di De Jong. L’olandese, sulla trequarti avversaria, ha visto l’inserimento di Jordi verso l’area di rigore. Pur schermato da alcune maglie del Sevilla il 21 ha calibrato un tracciante a palombella recapitato, al millimetro, sui piedi del laterale sinistro. Cross basso in area a beneficio dell’inserimento centrale di Raphinha, che in spaccata ha ribadito con forza la palla in rete.

Tre a zero e tutti a casa. Il Camp Nou in festa si è accomiatato dalla squadra coreando il nome di Xavi Hernandez e mettendosi in tasca gli otto punti di vantaggio sul secondo posto. Un buon viatico verso la meta finale della conquista della Liga. Ancora è presto però. 8 punti per instradare il campionato dalla parte di Barcelona, ma nulla più. Ancora tante battaglie e sfide importanti attendono il club di Laporta e Xavi. Nulla è stato fatto di risolutivo. Perciò testa bassa e concentrazione. Domenica prossima il Barça è atteso allo stadio De la Ceramica dal Villareal; scontro duro e avversario difficile. Poi giungerà il mese dei clásicos. Ancora tanta strada attende il Barcelona. Godiamoci dunque il momento ma niente più. Prua sempre a nord e concentrazione massima.

VITTORIA DI AUTORITÀ DEL BARÇA AL VILLARARIN CON UN +8 POTENZIALE SUL MADRID

Giuseppe Ortu Serra

Il Barcelona di Xavi vince anche al Benito Villamarin in un incontro difficile contro un avversario complicato, che nella semifinale di Supercopa lo aveva portato fino ai calci di rigore, e si eleva ad un momentaneo +8 sul Madrid. Le reti dell’incontro sono tutte di matrice barcelonista. Raphinha e Lewandowski hanno marcato per gli azulgrana; Koundé (autorete) ha segnato il punto sul referto per la formazione blanco y verde.

Per il recupero della 17ª giornata di Liga, non disputata per la Supercopa di Spagna, il Barça di Xavi è sceso in campo con la formazione che presenta il falso extremo. Dunque Gavi, esordio con la maglia numero 6, largo a sinistra, ma sempre pronto a recuperare la posizione a centrocampo per dare manforte alla mediana. Davanti Raphinha e Lewy. Centrocampo con Pedri, Busi e De Jong. Linea difensiva solita con Koundé laterale a destra, Araujo – Christensen centrali e Balde a sinistra. Il Betis ha risposto con quasi la medesima formazione con la quale aveva costretto ai rigori il Barça nella semifinale di Supercopa. Uniche differenze Rui Silva in porta, Abner Santos laterale sinistro e William Carvalho a centrocampo. Squadra offensiva quella di Mauel Pellegrini con Luis Henrique, Fekir, Canales e Borja Iglesias.

Il Barça ha subito preso il sopravvento nel gioco, sebbene la partita è stata equilibrata in ogni zona del campo. La formazione blaugrana ha avuto il maggiore numero di occasioni da rete, questo è da evidenziarlo immediatamente, ma il Betis non ha mai rinunciato a pungere in contropiede, rendendosi pericoloso in due circostanze. Il Barça è andato vicino alla rete sopratutto con Pedri, che al 37′ e al 39′ ha sfiorato la marcatura con un tiro ravvicinato respinto con i piedi dal portiere, e con un secondo rimpallato dalla difesa in angolo. Il numero otto si era messo in evidenza anche minuti prima, quando al 18°, ricevuta palla da Raphinha, ha superato due uomini con un dribbling secco, ma non è riuscito a superare il portiere, lanciatosi sul pallone in presa bassa.

Gavi, con il nuovo numero di maglia, il 6 sulle spalle, ha giocato un buon primo tempo, dimostrando di meritare quel numero importante appartenuto al suo allenatore. Emozionante rivedere in campo il 6 e l’8, tanto più se essi appartengono a due giocatori come Gavi e Pedri. Assenti ingiustificati Raphinha e Lewandowski. Il brasiliano ha sbagliato molto nei primi 45 minuti, risultando anche disconnesso dalla gara in molti frangenti. Lewandowski, dal canto suo, ha perso molti palloni e contrasti, risultando piuttosto evanescente.

La ripresa si è aperta sul risultato di reti bianche al Villamarin. Il Barça ha continuato a insistere, giocando meglio dell’avversario e cercando la via della rete. Il numero 22 è rientrato in campo con un miglior piglio. Maggiore iniziativa e impegno. È parso più vispo sin dalle prime battute della seconda parte, giocando molti palloni e indirizzando il gioco della squadra dalla sua parte. E non era un fuoco di paglia. Quel rossore che iniziava a intravedersi sotto la cenere di un pallido primo tempo, alimentato dal soffiare insistente di un giocatore rianimatosi negli spogliatoi, è diventato fiamma ardente quando al 64′ ha raccolto un centro rasoterra di Balde e ha ribadito il pallone in rete sul secondo palo. Vantaggio meritatissimo quello del Barça e un meritato premio anche per il brasiliano che ha dimostrato di essere in grado di cambiare la sua partita e la sua prestazione.

La squadra di Xavi non ha mollato la presa. Troppo importante mantenere il vantaggio fino alla fine della gara per portarsi momentaneamente a +8 sul Madrid e mettergli addosso una pressione asfissiante alla vigilia della sua sfida contro un Valencia che, avendo perso il proprio allenatore, si troverà certamente all’interno di un turbinio di emozioni e sensazioni positive che vorranno testare contro il Madrid al Bernabeu.

Il raddoppio è stata la naturale conseguenza di una gara giocata e condotta con disinvoltura, raziocinio e cuore da parte dei catalani. Autore della rete, Lewandowski, ridestatosi da un torpore durato circa 70 minuti. Ma al 72′ ha punito l’avversario. Da un calcio d’angolo, battuto dalla destra da Raphinha, Araujo ha colpito verso l’area piccola dove ha trovato lo stop, la girata e la rete del polacco. Lewy ha fatto poco, ma ha fatto goal. La cosa certamente più importante. Quella rete è stata fondamentale per mettere un cuscinetto rassicurante rispetto al Betis e per tramortire quasi definitivamente la formazione di casa.

Con il risultato al sicuro, o quantomeno instradato verso un buon approdo, Xavi ha provveduto ad effettuare i primi cambi. Il primo a lasciare il campo è stato Raphinha. Al posto del brasiliano è entrato Ansu, che ha sostituito il 22 anche nella posizione sul terreno di gioco (extremo a destra). Poi è stato il turno di Gavi, autentico motorino del centrocampo blaugrana, il Casemiro dai piedi vellutati dello schieramento di Xavi. Al posto del neo 6 è entrato Ferran.

Il Barça, che nel corso del secondo tempo non aveva praticamente mai rischiato se non in una circostanza (imprecisione difensiva a destra che aveva consentito al Betis di spaventare la difesa blaugrana, seppur senza conclusione dei locali) ha subito la rete della formazione betica su una sfortunata autorete di Koundè, entrato male di petto su un cross da destra. La palla, mal controllata dal francese, è schizzata in avanti, finendo in fondo al sacco.

La settima rete subita in Liga da Ter Stegen ha riaperto la partita. Il Betis ha sperato nel miracoloso recupero, anche se all’85’, il tempo restante era veramente scarso. Xavi è corso ai ripari sostituendo Pedri, stanco morto, con la corsa e i polmoni di Kessie. Questa volta l’attacco è rimasto in campo, con Lewy, Ferran e Ansu, permettendo alla squadra di salire e tenere impegnati i difensori del Betis, che non hanno avuto l’opportunità di attaccare senza pensieri e assaltare il fortino blaugrana (come invece era accaduto a Girona). Di fatto il Barça non ha più rischiato veramente, sebbene il Betis abbia tenuto maggiormente il pallone negli ultimi minuti di gara e abbia cercato di buttare palloni in mezzo alla ricerca di una rete che sarebbe stata del tutto immeritata per la formazione di Manuel Pellegrini.