Nuovo Barça, vecchio Koeman. I suoi errori costano la prima sconfitta.

Giuseppe Ortu Serra

La quarta amichevole, contro il Red Bull Salisburgo, squadra di ulteriore caratura rispetto allo Stoccarda, già alla seconda giornata del campionato austriaco e pronto ai preliminari di Champions, è terminata con la prima sconfitta dei blaugrana in questa pretemporada. Due a uno il risultato per i padroni di casa con reti di Sucic sul finire del tempo, pareggio di Braithwaite e rete della vittoria marcata al 90′ da Brendan Aaronson.

Una partita marcata dagli errori di Koeman. Dopo tre buone uscite del Barça, costellate da efficaci e piacevoli trame di gioco e da ottimi inserimenti dei vari giovani della cantera, l’allenatore del Barcelona è ricaduto nei soliti errori di confusione a cui tante volte ci ha abituato. E’ come avere a che fare con un soggetto affetto da squilibrio bipolare, con frequenti sbalzi di umore e con una personalità leggermente psicopatica. Tre gare segnate dal ritorno al 4-3-3, volutamente spinto da Laporta con buoni risultati di gioco e inserimento dei giovani, e poi, all’improvviso, la ricaduta sul vecchio e rovinoso 3-5-2, che tanti problemi aveva dato nella scorsa stagione. Sembra proprio che il peggior nemico di Koeman sia se stesso; e Koeman del Barça.

Con la squadra messa in campo con la difesa a tre, con de Jong dirottato nei tre centrali, il Barça ha perso immediatamente le misure sul terreno di gioco. Con un effetto domino, anche il gioco è all’improvviso sparito. Il Salisburgo, come detto nettamente più avanti nella preparazione, ha aggredito i blaugrana, oggi con indosso la seconda maglietta, di un piacevole, elegante e grazioso color lilla. Gli austriaci hanno letteralmente mangiato i catalani, andati in difficoltà dall’inizio sul pressing dei padroni di casa. Con questo schieramento il Barça non ha difeso, non è riuscito ad attaccare e non è stato in grado di tenere la palla. Un disastro. In difesa è andato spesso in difficoltà e invece di cercare di far uscire la palla, spesso si sono visti lanci lunghi più per stress da panico che per scelta ragionata.

Tra i giocatori che più hanno sofferto questo ritorno alle origini del disastro dello scorso campionato, sono stati Gavi, Nico Gonzáles e Busquets. Il numero 14, è passato da avere il controllo del pallone nella gara contro lo Stoccarda, a non toccarlo quasi mai. Nico è sembrato annaspare tra le onde di una marea rossa che arrivava in velocità e tutto travolgeva, mentre Busquets è parso il lontano parente di quel giocatore che ha incantato con la Spagna ai recenti europei.

Può un cambio di modulo produrre tutto questo caos? Certamente! Insieme al modulo cambiano posizioni, spazi, compiti di tutti i componenti della squadra. Questi giocatori sono abituati da sempre a giocare con il 4-3-3. I giovani, arrivati dal filial, si erano inseriti senza problemi nel 4-3-3 nelle prime tre partite, arrivando a sembrare addirittura dei veterani (Gavi e Nico su tutti). Nel 3-5-2 tutti sono andati in affanno. L’attacco ha ripreso a non produrre, la difesa ad andare in difficoltà. Già prima della rete del vantaggio del Salisburgo, i locali sarebbero potuti passare con un contropiede nel quale i blaugrana non sono riusciti a effettuare le marcature preventive, trovandosi inesorabilmente scoperti (e sorpresi) nella ripartenza dei locali. Il due contro uno (Araujo) dei calciatori austriaci non ha portato alla rete del vantaggio solo per un clamoroso errore sotto porta. L’avvisaglia non è stata colta dal “capace” allenatore blaugrana, che ha continuato a dormire in panchina. La rete del vantaggio è così puntualmente giunta in chiusura di tempo.

Dopo il disastro tattico dei primi 45 minuti chiunque avrebbe rivisto il suo schieramento rendendosi conto che non stava funzionando. Tutti tranne “La Volpe Koeman”. Come uno strumento ottuso che va a sbattere contro il muro più e più volte fintanto che qualcuno non lo direziona nel giusto senso di marcia, Rambo ha riproposto il medesimo schema anche per i secondi 45′. Risultato? Il Salisburgo ha continuato ad essere pericoloso, mentre il Barça a cercare di risalire la corrente contraria come un’orata che pensa di essere un salmone.

Intorno al 70′ Koeman ha visto la luce. Come folgorato sulla Via di Damasco, “l’esperto allenatore” è tornato al 4-3-3, forse suggeritogli da qualche figura mistica avuta in visione. Con questo schieramento la squadra si è subito riequilibrata, ritrovando come d’incanto sentieri smarriti. Il Barça si è riappropriato del terreno di gioco, ha portato avanti il baricentro di 20 metri buoni, non ha subito più l’avversario e ha iniziato a giocare. Tanto ci voleva? Evidentemente ciò che è ovvio financo per un cieco non lo è per mister Koeman. Le vie del Signore sono davvero infinite.

Con la squadra messa in campo come Dio comanda i giocatori hanno riscoperto le antiche sensazioni. La situazione è migliorata di colpo. I blaugrana hanno aggredito il gioco e l’avversario, percorso le fasce, gestito e manovrato il pallone e nel giro di poco tempo è giunta la rete del pareggio di Braithwaite. Casuale? Forse (doppio rimpallo prima che la sfera finisse in fondo al sacco), ma ciò che era più importante era rivedere nuovamente il Barça in campo. Tutto risolto dunque. Macché, neanche a pensarci!

Ecco che il disturbo di personalità di Koeman è riemerso all’improvviso. L’allenatore dei Paesi Bassi (non si dice più Olanda ha decretato il governo nederlandese) ha deciso che era il momento di vincere. Per fare ciò sarebbe bastato attendere e probabilmente, seguendo il filo del gioco, sarebbe giunto anche il risultato. Ma non per lui. Koeman ha deciso di rivoluzionare un’altra volta la squadra. Dentro un attaccante, il quarto, e fuori un centrocampista. Morale della favola schieramento nuovamente rivoluzionato e squadra minata nel suo equilibrio. Nuovo errore di Rambo. Dal 4-3-3 al 4-2-4. Come il Brasile del ’58. Solo che il Barça non è il Brasile del ’58 e sopratutto non siamo più nel 1958 ma nel 2021. Fuori de Jong e dentro Demir. La squadra si è sbilanciata, perdendo il suo equilibrio. Non solo non è arrivato il goal della vittoria, ma il Barça ha incassato quello della sconfitta. In mezzo al campo i blaugrana non sono più stati in grado di gestire la manovra e il Salisburgo ha ritrovato quegli spazi che aveva perduto con il passaggio al 4-3-3 dei catalani. Il centrocampo blaugrana è parso una ciambella con un bel buco nel mezzo. In quel foro ci si è infilata la squadra locale per punire lo stolto e ingenuo Koeman.

Alla fine dell’incontro il tecnico orange ha dichiarato, sollecitato sul cambio del modulo, che “la difesa a tre è stata una prova perché potrà sempre tornare utile in stagione e servirà anche per confondere l’avversario”. L’amara verità, per concludere, è che qui l’unico ad essere confuso è proprio il tecnico blaugrana. E non ci vuole molto, posto che si confonde anche da solo.

La stagione vera e propria non è ancora iniziata, ma sappiamo già che sarà terribilmente e dannatamente dura. Lo abbiamo capito oggi.

Masia y primer equipo: el futuro por delante

Giuseppe Ortu Serra

Después de muchos años en los cuales la Masía no aportaba más jugadores al primer equipo (esto era uno de los reproches a la gestión del club), y se hablaba de fracaso, de fin de una época por aquella institución que en el periodo de oro ha dado nombres ilustres al Barça de Guardiola, ahora en el horizonte han aparecidos muchos jóvenes de gran talento. Si antes solo Sergi Roberto había dado el paso al frente del primer equipo, en los últimos años la situación ha cambiado totalmente. Ansu y Riqui no estarán más solos. No serán los únicos. Ahora el Barça tiene un grupo enorme de jugadores jóvenes con mucho futuro por delante. Ellos corresponden a los nombres de Nico González, Gavi, Eric García, Arnau Comas, Iñaki Pena, Baldé, Manaj, Collado, Nils Mortimer.

En cada sector de la cancha, los chavales procedentes de la Masía se están multiplicando y florecen como si estuviésemos en un vivero de flores en Amsterdam. En esta pretemporada hemos visto muchas cosas de muchos de ellos. Casi todos han dejado el signo en el green en las primeras salidas del Barça. Quién más, quién menos. Seguramente entre los más destacados están Gavi y Nico González. El primero fue todo un éxito frente al Stuttgart alemán con una primera parte jugada como un veterano de alto nivel. En la posición de Pedri y Riqui, con muchos movimientos y una marcha a lo del Matadepera, el numero 14 (numero nunca común en Can Barça), ha robado los ojos a todo el mundo por su clase, sus pases, su habilidad en el pase rápido, en el fraseo y por su tranquilidad. Nico, a su vez, en la posición de Busquets, ha tomado la posesión de la varita del director y ha regulado el mediocampo blaugrana, dándole ritmo y equilibrio.

Si en época Coronavirus la situación del fútbol mundial es muy precaria y difícil, en el Barça se puede mirar adelante con ilusión y tranquilidad. En Barcelona se puede construir un grand equipo aunque sin acceder al mercado. Esta generación de futbolistas procedentes de la cantera es fuerte y sólida. En los próximos años el Barça tendrá muchos recursos propios merced a esto grupo de jugadores. Por detrás de los cracks titulares de hoy, los Messi, Agüero, los de Jong (pese a su juventud), muchos jóvenes empujan fuerte por juntarse al primer equipo.

Ahora es necesario tener cabeza, equilibrio y capacidad en el banquillo y en las oficinas del Camp Nou para gestionar esto talento sin dispersarlo cómo hemos visto con Alena y Cuccurella por ejemplo. Koeman tiene entre sus manos esta calidad y las almas de estos futbolistas. Esperamos que sea capaz de la tarea que el destino le ha asignado.

Terza amichevole del Barça. Prova convincente a Stoccarda dei giovani e di Memphis

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça, alla sua terza amichevole, sbarca in Germania e fa visita allo Stoccarda, squadra di Bundesliga. Cresce il livello e il grado di difficoltà per gli uomini di Koeman, ma il risultato è sempre il medesimo. Buone prestazioni, di squadra e individuali, che lasciano intravedere che il lavoro può essere interessante. Contro la prima formazione di una massima categoria, il Nastic era di segunda B, il Girona di Segunda, Koeman ripropone una formazione intrisa di giovani canterani. I ragazzi della Masia hanno superato anche l’ostacolo rappresentato dallo Stoccarda rilasciando un’ottima impressione.

Neto tra i pali, Roberto, Piqué, Lenglet e Dest in difesa; De Jong, Nico González e Gavi a centrocampo; Demir, ex Austria Vienna, Griezmann e Memphis in avanti. Il Barça ha preso il pallino del gioco sin dall’inizio e non lo ha più lasciato. Ottime trame di gioco, facilità nell’esecuzione e nel palleggio, intesa assoluta. Per la terza volta il mister blaugrana ha presentato una formazione farcita di giovani (non gli stessi nelle tre uscite stagionali), ma il risultato non è mutato. Il gioco scorre con fluidità e l’intesa tra tutti gli elementi c’è. Nuovi arrivati e non, giovani e maturi; tutti sembrano giocare da sempre assieme. Depay al momento non mostra difficoltà d’inserimento e già duetta con Griezmann come vecchi compagni di mille battaglie. I giovani appena sbarcati in prima squadra sembrano farne parte da anni. Il quadro d’insieme è assolutamente piacevole e sorprendente. Tra i giovani Gavi si è issato su tutti. Il numero 14 è stato il perno della manovra a centrocampo. Tutti i palloni nella prima parte di gara sono passati tra i suoi piedi. Schierato interno di sinistra, nella stessa posizione di Pedri e Riqui, il ragazzo ha dimostrato personalità, capacità, talento e abilità da vendere. A vederlo muoversi sembra Riqui. Stesso passo, medesime movenze, identica visione di gioco. Un piacere per gli occhi. Nico ha fatto il Busquets della situazione. Seconda partita consecutiva per lui da titolare e conferma positiva. Si vede che è andato alla scuola di Busi. Padronanza della posizione e geometrie. Accelera e rallenta l’azione quanto basta per trovare il passaggio e le chiusure sugli avversari. Dest, in difesa a sinistra, è stata una novità. Dopo due gare con Baldé a sinistra e Dest a destra, l’americano è stato spostato sul laterale di sinistra. Esperimento per eventuali necessità o bocciatura per il canterano? Il quesito necessita ulteriori gare per avere una risposta.

Nei primi 45′ sono giunte due delle tre marcature blaugrana. Ad aprire le danze è stato Memphis con una giocata spettacolare. Lancio lungo dalle retrovie di De Jong, stop con il telecomando, sombrero sul rientrante difensore e tiro al volo. Rete da applausi. Seconda marcatura per il nederlandés e prima su azione. Il raddoppio è giunto su azione corale con Dna Barça. Ottima l’intesa, nella parte finale dell’azione, tra Depay, che ha difeso egregiamente il pallone, e Griezmann; cross basso al centro e Demir è stato lesto ad anticipare la difesa avversaria e a deviare sotto porta il pallone dello zero a due.

Nella ripresa, iniziata con uno Stoccarda che ha deciso di smettere i panni di mero spettatore, subito tre cambi per il Barça. Jordi, Busquets e Riqui hanno preso il posto di De Jong, Nico González e Gavi. Il Barça ha modificato la posizione di alcuni dei suoi interpreti, con Jordi che ha preso il posto di Dest, tornato a destra, e con Sergi Roberto che è andato a occupare la posizione lasciata da De Jong. Riqui, invece, ha semplicemente preso il posto di Gavi sull’interno sinistro. Lo Stoccarda si è reso pericoloso in due circostanze in apertura di tempo, ma il Barça ha risposto subito, trovando anche la via della rete al 73′ con Riqui, prima rete stagionale per lui, al termine di una splendida azione di contropiede. Roberto per Griezmann, che ha avanzato in posizione centrale e, al limite dell’area, ha visto l’inserimento di Riqui. Imbucata e il numero 12 ha colpito il pallone rasoterra dritto per dritto. Palo, la palla percorre tutta la linea di porta prima di infilarsi nell’angolino basso opposto. Gran conclusione e bellissima rete.

C’è stato ancora il tempo per gli ingressi in campo di Pjanic per Roberto, di Manaj per Griezmann e di Nils Mortimer per Memphis prima del triplice fischio finale. Una ottima prova per un Barça che continua a crescere in maniera costante. Una squadra che dimostra di avere un grande futuro davanti a sé potendo contare su una nidiata di giovani di grande talento e progressione futura. Questo Barça, tra campioni e giovani sembra una fucina pronta ad esplodere nei prossimi anni. Gavi, Riqui, Nico, Collado, Ansu, Araujo, Pedri, Dest, Baldé, Demir. Le premesse ci sono tutte per un futuro roseo. Serve intelligenza, saggezza e competenza nel saperli gestire senza fretta, farli giocare il giusto senza esporli eccessivamente e inutili rischi, ma sopratutto farli giocare. Questi ragazzi necessitano minuti per essere inseriti piano in prima squadra. Spetterà a Koeman l’arduo compito di farli crescere senza bruciarli per l’eccessivo e scriteriato utilizzo, ma senza nemmeno spegnerne il fuoco della crescita abbandonandoli in tribuna. Un arduo compito per un tecnico che nella scorsa stagione ha fallito proprio sotto questo aspetto. Speriamo che non si debbano ripercorrere strade già battute e che si sono rivelate fallimentari.