Direzione obbligatoria per il Barça contro la Juventus

di Giuseppe Ortu Serra

Direzione obbligatoria quella di Ronald Koeman e del suo Barça questa sera contro la Juventus nell’ultima partita del girone di Champions. Al Camp Nou si decideranno i destini delle prime due posizioni del gruppo. Tutto fa pensare che sarà il Barcelona a confermarsi al primo posto, con la Juventus che dovrà accontentarsi di passare il turno come seconda classificata. La differenza non è da poco in vista del sorteggio degli accoppiamenti per gli scontri a eliminazione diretta degli ottavi di finale. Il primo posto conferisce indubbi vantaggi di testa di serie. 
Il momento nel quale la formazione blaugrana giunge a questo scontro non è certamente dei migliori. Da tempo ormai la squadra naviga nelle polemiche e in un mare tempestoso. Acque agitate da problemi societari atavici che hanno portato i soci a chiedere una mozione di censura che ha portato alle dimissioni della Junta; l’indizione delle elezioni presidenziali al 24 di gennaio con una Junta Gestora che invece che occuparsi in silenzio dell’ordinaria amministrazione da buon notaio invisibile, parla troppo, e a sproposito, remando più contro che a favore dell’unità e della serenità dello spogliatoio. Gli infortuni a raffica che stanno menomando la squadra e il lavoro di Koeman, che mai ha potuto contare sulla rosa al completo. La crisi economica causata dalla pandemia, che per certa stampa nazionale e internazionale (sopratutto italiana), riguarda o ha colpito solo il FC Barcelona, volutamente ignorando ciò che accade in casa propria (vedi la crisi economica che ha colpito tutte le formazioni del Bel Paese, dalla Juventus – avversaria odierna del Barça – all’Inter, passando per tutte le altre che in Italia ancora certa stampa effimera e nostalgica, si ostina a chiamare”grandi”) e alle latitudini di Madrid. 
Tutte queste questioni, ancora aperte, stanno condizionando enormemente il lavoro dell’allenatore blaugrana, costretto a agire anche da direttore sportivo, da ufficio stampa, da presidente. Un mare in burrasca che, nonostante tutto, il buon Ronald sta affrontando con coraggio e spirito combattivo, governando una nave con difficoltà in un mare infido con tutta la sua massima professionalità ed esperienza del buon capitano. 
Con queste premesse il Barça affronta questa notte l’ultimo scalino della prima fase di una competizione europea che lo ha visto sempre vincente e in grande spolvero. Cinque su cinque. Per adesso percorso netto, come fosse un cavallo purosangue ad un concorso ippico. Un altro banco di prova per una formazione che, gravemente attardata in Liga, in Champions sembra giocare all’interno di una bolla depurata dall’aria carica di tossine e smog che respira invece nella competizione domestica. Con una difesa falcidiata dagli infortuni, Koeman recupera, forse, Umtiti, convocato ma ancora ufficialmente senza l’alta medica da parte dei servizi medici del club. Anche Araujo ha recuperato dall’infortunio, ma per fare coppia con Lenglet è probabile la continuità di Mingueza, ragazzo del filial che si è finora ben destreggiato con le difficoltà di un esordio forzato in una difesa tutta da inventare. Grande merito per il canterano che si sta guadagnando i gradi in una situazione non certo favorevole per un ragazzo che avrebbe avuto bisogno di tutt’altro clima e atmosfera per esordire con calma. Se a centrocampo la situazione infortuni è rientrata, sebbene il numero dei pezzi dello scacchiere di Koeman sia sempre contato, è l’attacco che fa pendant con la difesa per la situazione di emergenza. Con Ansu e Dembélé fuori, le possibilità per Koeman si riducono notevolmente. 
Questa notte ci sarà il rilancio del Plan B formato Champions, con i ragazzi al posto dei senatori, almeno uno per reparto come annunciato dall’allenatore, per dare maggiore verve e vivacità a una squadra che in Liga gioca sottoritmo e con una apatia preoccupante. Potrebbe essere il turno, dunque, di Pjanic in mezzo al campo davanti alla sua ex squadra, anche se non è per niente da escludere il ricorso a Alena accanto a De Jong, e a Riqui nel corso dell’incontro. Davanti Trincao dovrebbe far parte dell’undici. E’ probabile la formula con Braithwaite nove per dare verticalità e pnetrazione, e aprire maggiori spazi a Griezmann. Calcio d’inizio alle ore 21:00.

Waterloo del Barça a Cadice. Addio alla Liga a dicembre

di Giuseppe Ortu Serra

Debacle waterloniana del Barça a Cadice. Perde 2-1 una gara imperdibile grazie a due errori difensivi da squadra neopromossa senza alcuna esperienza del calcio professionistico. Con questo risultato il Barcelona dice addio alla Liga già ai primi di dicembre e si appresta a affrontare un campionato che sarà lungo, duro, pieno di polemiche fratricide e interne, e stancante, smembrante e snervante. Oggi a Can Barça tutti vorrebbero trovarsi a poche giornate dalla fine della stagione, non al suo inizio. 
Un Cadice ordinato e roccioso in difesa, unito a un Barcelona irregolare, con molti errori negli appoggi ha dato vita a una partita complicata per la formazione blaugrana, che ha tenuto il possesso del pallone, ma senza creare chiare occasioni da rete. Il Cadice, viceversa, non avendo quasi mai avuto il possesso della palla, è riuscito a passare in vantaggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Azione contestata dai blaugrana, oggi con la terza maglia, nera e oro, per una chiara trattenuta su Mingueza che ha fatto crollare a terra il difensore, poi rialzatosi. La successiva giocata della sfera, di testa, è stata mancante di coordinazione proprio per quel fallo subito e la precipitazione nel recuperare la posizione verticale. Sul successsivo colpo di testa del centrale, infirizzato verso la propria porta, Ter Stegen è riuscito a intervenire parzialmente solo per evitare l’autorete. Sul tocco debole e laterale è intervenuto Alvaro Gimenez, precedentemente sfuggito al controllo di Dest, che ha definito in rete. Era l’8′. Il Barça ha provato a fare breccia nella retroguardia dei padroni di casa, sempre tranquilla, ben posizionata e sparagnina, ma senza trovare la verve e lo spunto. La manovra del Barça è stata sempre troppo prevedibile e lenta, mancante di dinamicità, verticalità, giocate di prima e fantasia. Male le prestazioni di Busquets, eccessivamente lento e macchinoso, Coutinho, falloso nel senso tennistico del termine, e inconcludente e Jordi, anche lui molto, troppo impreciso negli appoggi. Gli altri non hanno certo brillato, tutti coinvolti in un tepore generale inspiegabile. La maggior parte delle azioni offensive si sono avolte sulla fascia sinistra, ignorando colpevolmente la destra occupata da Dest.
Nella ripresa la situazione è migliorata immediatamente con i cambi realizzati da Koeman. Pedri e Dembélé hanno preso il posto di Mingueza e CoutinhoDe Jong è retrocesso nella posizione di centrale difensivo. La mossa ha dato subito i benefici sperati. Maggiore velocità e verticalità immediata con un gioco improvvisamente di prima. Pedri è stata la scintilla che ha acceso la luce nelle nebbie del primo tempo barcelonista, sempre all’attacco ma in maniera sterile. Così si è giunti alla rete del pareggio. Azione sulla sinistra, Jordi, liberato al cross lungo la linea di fondo in area di rigore ha messo in mezzo, ma il suo pallone è stato deviato nella propria porta da un difensore del Cadice. Il ritrovato pareggio, nelle immediate vicinanze della ripresa del secondo tempo ha dato ancora più vigore alla fede blaugrana nel raggiungimento della rete della vittoria. 
Ma l’errore era dietro l’angolo e si annidava all’interno di un frutto che sembrava di una succulenta bontà. Sugli sviluppi di una rimessa laterale in zona difensiva sulla sinistra, Jordi ha affidato il pallone a Lenglet che non è riuscito a stoppare il pallone, forse sorpreso dal retropassaggio del compagno. Sul buco creatosi in area di rigore ha provato a mettere una pezza Ter Stegen, ma prima del portiere è riuscito a intervenire Negredo, da poco entrato in campo, che ha evitato la scivolata disperata di De Jong e ha spinto il pallone nella porta sguarnita. Incredibile, inconcepibile, inammissibile. Un errore e una rete subita che forse, ma non è nemmeno certo, si può incassare nel campetto sotto casa dopo una lunga giornata di faticoso studio e tutti i protagonisti sono stanchi mentalmente. Non certamente in un campionato professionistico, in Liga e dal Barcelona. La rete subita al 63′ ha nuovamente dinamitato il Barça. La manovra ne ha risentito e si è rivista una parte della squadra inconcludente e sfilacciata della prima frazione di gioco. Il Cadice non ha mutato di una virgola il suo atteggiamento. Estremamente difensivo lo era sullo zero e zero e così ha continuato per tutta la gara. Il Barça ha operato le sostituzioni di Trincao per Dest e di Pjanic per un lentissimo e imbarazzante Busi. Un lento per un lento. Pjanic non ha svceltito la manovra, se era questa l’intenzione di Koeman. Certamente avrebbe fatto meglio Alena al suo posto o anche Riqui Puig. La formazione blaugrana non è certo mancata di volontà. Ha continuato a insistere andando alla conclusione più volte, ma Ledesma, l’estremo difensore del Cadice, ha parato tutto quello che ha potuto. Laddove non è arrivato lui, sono riusciti i suoi compagni di squadra in ogni modo. La partita è finita con la formazione blaugrana inutilmente proiettata in avanti alla ricerca della rete. Una dimostrazione di impietosa e maestosa impotenza contro un avversario che ha trascorso tutta la sua gara nella propria area di rigore che, alla fine, ha vinto con nemmeno un tiro in porta. 

Il Barça dei ragazzi continua a convincere… e a vincere

di Giuseppe Ortu Serra

Il Piano B del Barça vince nel gelo di Budapest 3-0 contro il Ferencvaros. Quindici punti in classifica, punteggio pieno dopo cinque partite e una prospettiva di crescita sempre più evidente. Il Barcelona sta prendendo sempre più coscienza dei propri mezzi e del fatto che si sta iniziando a costruire qualcosa di veramente grande con Koeman e questa generazione di millennials blaugrana.  
Il Barça continua nella sua rincorsa al miglior forma fisica e di tattica di squadra. Terza partita consecutiva con un buon calcio veloce e verticale, con un possesso palla continuo e ossessivo, ma mai banale e sempre finalizzato alla conclusione. Koeman sta riuscendo pian piano a ricostruire un impianto di squadra visto nelle amichevoli precampionato e nelle prime gare di Liga. Dopo un flessione inspiegabile, ecco un nuovo rimbalzo ed un rally che va vedere le cose future sotto un’altra ottica e visione. Nella gara odierna contro il Ferencvaros, l’olandese ha proposto una formazione B con qualche titolare. Come contro la Dinamo, una squadra sostanzialmente sperimentale con tanti pesos pesados fuori dall’undici iniziale. Messi, Ter Stegen e Coutinho sono rimasti a Barcelona, in campo i tanti ragazzini terribili blaugrana con Mingueza, Dest, Trincao, insieme a alcuni veterani del calibro di Busquets, Pjanic, Griezmann, Dembélé e Lenglet, recuperato a tempo di record da una botta che contro l’Osasuna aveva fatto temere il peggio. 
Il primo tempo è stato uno show dei giocatori di Koeman. Una sola squadra in campo, quelli con le maglie di chiara ispirazione indipendentista, gialla con le quattro bande rosse diagonali a simboleggiare la Catalunya. Il Ferencvaros ha osservato il gioco brillante degli avversari. Come se avessero pagato il biglietto per assistere a uno spettacolo imperdibile, i padroni di casa hann ammirati i loro avversari giocare con leggerezza e facilità. Alla mezzora i blaugrana erano già in vantaggio 3-0 con le marcature di Braithwaite, Griezmann e Dembélé su calcio di rigore per atterramento del danese mentre, davanti al portiere, si accingeva a calciare in porta. Neto, portiere barcelonista, ha toccato palla solo per qualche raro retropassaggio della retroguardia catalana e per un unico intervento su un tiro scoccato da posizione di fuorigioco. E dire che questa stessa formazione magiara aveva perso a Torino contro la Juventus solo al 93′, essendosi trovata in vantaggio per gran parte della partita. Oggi, davanti al Barcelona, ha esaltato la forza della formazione di Ronald Koeman. Per Braithwaite si tratta della quarta segnatura consecutiva. Griezmann è andato oggi in rete per la seconda volta di seguito. 
Nella ripresa sostituzione di Busquets per De JongJordi per Junior e poi di Lenglet e Griezmann. Al loro posto Alena e RiquiDe Jong è retrocesso a fare il centrale con Alena doble pivote con Pjanic e Riqui trequartista nella posizione che era stata fino a quel momento del francese. La gara è scivolata via con molta più placidità e ritmi più tranquilli anche per via delle sostituzioni e della stanchezza che si è accumulata nelle gambe dei giocatori. Verso la fine è entrato anche Konrad al posto di Braithwaite, con Dembélé andato a fare il numero nove. I ritmi si sono leggermente allentati e il Ferencvaros ha così avuto la possibilità di tirare verso la porta di Neto. Due parate alla fine della gara saranno appuntate nel referto della gara. Un buon allenamento per i ragazzi di Ronald Koeman.