di Giuseppe Ortu
Giornata di vittoria giudiziale quella di oggi per il FC Barcelona ai danni di Neymar. Il giudice del lavoro numero 15 di Barcelona, presso cui la causa era pendente, ha stabilito che il calciatore debba pagare 6,7 milioni al Barcelona nel merito della causa di lavoro tra le parti apertasi per il mancato ottenimento da parte di Neymar di un bonus inserito nel contratto di rinnovo nel 2016.
La vicenda risale all’estate del 2017, anno nel quale il giocatore brasiliano lasciò il club catalano per firmare con il Paris St Germain dopo il pagamento della clausola rescissoria di 222 milioni di euro. Il contratto che Neymar aveva stipulato con il club azulgrana prevedeva un bonus di rinnovazione pari a 64,4 milioni di euro suddivisi in 20,75 milioni da pagare il 31 luglio del 2016, e i restanti 43,65 milioni da pagarsi il 31 luglio 2017. La prima parte del premio rinnovo fu regolarmente pagata, quella con scadenza 31 luglio 2016. Il problema è sorto per la seconda parte dello stesso, da pagare l’anno successivo, vale a dire il 31 luglio 2017.
All’epoca, stando alla linea difensiva del Barça, era notorio che Neymar stesse abbandonando il club e che fosse in trattative con il club parigino di Al Khelaifi. Come tutti ricordano bene, quell’estate fu tirata e piena di silenzi imbarazzanti, tensioni, comportamenti sfuggenti e canzonatori da parte dell’11 blaugrana. Quando le voci su un suo imminente trasferimento a Parigi si fecero sempre più insistenti e manifeste, con chiari ed evidenti segnali che giungevano da Parigi che parlavano già di un accordo segreto e sottobanco conchiuso tra Neymar e il PSG, il brasiliano partì per gli USA con la squadra evitando di rispondere alle domande concernenti il suo futuro. I suoi silenzi sibillini, che facevano pensare un po’ a tutto, anche se non chiarivano niente, erano stati portati avanti per tutta la gira americana. L’opinione del Barça e di tutti i commentatori e giornalisti vicini alle questioni blaugrana, era quella che il giocatore stesse tirando le cose per le lunghe al fine di guadagnare la data del 31 luglio del 2017 da giocatore del Barça, incassare il premio per il rinnovo da 43,65 milioni, e poi rendere ufficiale il passaggio alla squadra francese attraverso il pagamento della clausola.
Nella realtà il giocatore rimase ufficialmente blaugrana fino al 31 luglio, per poi uscire allo scoperto, scoprire le carte come un giocatore di poker di un saloon mal frequentato di Kanab, e dichiarare il suo addio al Barça ai primi di agosto. Una chiara manovra dilatoria posta in essere semplicemente per raggiungere la maturazione del bonus e poi tagliare la corda. Perché al giocatore non bastava fuggire dalla porta posteriore senza neanche salutare, ma doveva anche farlo con le tasche piene di bigliettoni e monete sonanti e contanti.
Il club blaugrana, fiutando l’infida trappola, non pagò il bonus al giocatore al 31 luglio, ma nemmeno negò la dazione. Semplicemente versò la quantità di denaro contesa presso un notaio di Barcelona. Se il giocatore fosse rimasto il bonus sarebbe stato incassato. In caso contrario sarebbe rimasta depositata presso lo studio notarile. E così è accaduto. Il giocatore volò per Parigi, ma lo fece senza l’Oro di Mackenna. D’altronde il bonus di rinnovazione era stato pattato allora per continuare a giocare con il Barça, non per il semplice fatto di aver firmato. Rompendo il contratto con il Barça, che aveva scadenza 2021, Neymar venne meno alla sua obbligazione, diventando in conseguenza inadempiente. Posto che il bonus era stato concesso per giocare con il club blaugrana, nel momento in cui Neymar smise di giocare per il Barça, automaticamente quel bonus di rinnovo divenne non più efficace e non più liquidabile.
Non solo il giocatore del PSG non guadagnerà quel bonus contestato, ma dovrà ora risarcire 6,7 milioni al club di Bartomeu per inadempimento contrattuale a lui imputabile.