3-0 all’Eibar e goal 400 di Messi!

Grande pomeriggio di calcio al Camp Nou. Il Barça batte l’Eibar con doppietta di Suarez e, sopratutto, con il goal numero 400 di Leo Messi in Liga. Una Pulga monstre che ha giocato un calcio morbido, raggiungendo una cifra di realizzazioni in campionato da record nel calcio mondiale. Con questa marcatura, giunta al 53′, l’argentino sale a quota 17 reti in Liga e segna nella quinta partita consecutiva dalla doppietta contro l’Espanyol. In queste cinque giornate el de Rosario ha raggranellato la bella cifra di otto goals, prendendo il volo in classifica Pichici e nella graduatoria della Scarpa d’Oro. Non male per un giocatore che secondo il binomio Uefa-France Football non vale che appena il quinto posto. Stranezze del calcio fatto politica.

Il Barça questa sera doveva scendere in campo per rispondere all’Atletico, che nel primo pomeriggio aveva vinto con fatica contro il Levante, recente matador del Barça in Copa del Rey, e appunto alla sconfitta incassata giovedì al Ciutat de Valencia. Se in Copa avevamo notato una formazione carica di ragazzi e con poca concentrazione in tutti i suoi elementi, oggi i blaugrana sono scesi sul cesped con altro spirito e determinazione. Per l’Eibar, pur ben messo in campo dal bravo ed esperto Mendillibar, c’è stato l’effimero spazio per i soli primi 13′. Il buon gioco e la pressione alta della squadra basca hanno presto lasciato spazio alla mareante manovra degli uomini di Valverde. Una volta preso il pallino in mano, come un grande giocatore di biliardo, ai baschi non è rimasto altro da fare che rincorrere e ammirare le giocate dei padroni di casa. 

Gli azulgrana sono scesi in campo con Coutinho e Arthur titolari. Vidal, dato presente dalla formazione ufficiale, poi modificata all’ultimo da Valverde, e Dembélé, si sono accomodati in panchina. Tra le fila basche ha giocato dall’inizio Cuccurella, il laterale della cantera del Barcelona in prestito questo stagione all’Eibar. Per il ragazzo è stata la prima partita al Camp Nou da avversario. Schierato extremo a sinistra da Mendillibar, Cuccurella è stato protagonista di un’ottima performance, facendo intravedere un futuro roseo a franjas blaugrana.

Nella prima frazione di gioco i padroni di casa sono passati al 19′ con Suarez al termine di un’azione tutta di prima portata avanti tra lo stesso uruguayo e Coutinho e finalizzata dal nueve con un bel destro di interno a girare sul secondo palo. 

Con il primo tempo chiusosi sul risultato di 1-0 per l’FC Barcelona, la ripresa ha visto ancora i blaugrana catalani spingere sull’acceleratore. Al 53′ è giunto il raddoppio con la rete numero 400 in Liga di Messi. Un tiro angolato verso il secondo palo che non ha lasciato scampo al portiere avversario. Pochi minuti ed ecco piovere la terza marcatura sulla formazione di Mendillibar. Ancora Suarez, questa volta su imbeccata di Sergi Roberto

Dopo il 3-0 Valverde ha dato spazio a qualche giocatore della panchina per porre in essere quelle rotazioni necessarie per arrivare freschi e in permetta efficienza mentale e muscolare all’appuntamento con la primavera, solitamente stagione cruciale per la galoppata Champions. Così Valverde ha fatto uscire Busquets e inserito colui che sarebbe dovuto partire titolare: Arturo Vidal. Una decina di minuti e il cambio è giunto anche per Arthur, altro elemento che ha giocato con le scarpette alate. Risultato, applausi scroscianti per lui all’uscita dal terreno di gioco. Al posto del brasiliano è entrato Dembélé. Coutinho ha abbassato la sua manovra, retrocedendo sulla linea degli interni, e il francese è andato a costituire la linea d’attacco con Messi e Suarez. Verso la fine della gara c’è stato spazio anche per Semedo. A lasciargli il posto in squadra è stato un buon Sergi Roberto, abile nelle due fasi di gioco, quella offensiva e difensiva.

Con questo risultato il Barça mantiene i cinque punti di vantaggio sull’Atletico, mentre porta a 10 le distanze dal Sevilla terzo.

Copa del rey. Un brutto Barça cade a Valencia

La prima gara dell’eliminatoria va al Levante, giustamente vincitore contro un brutto, molto brutto, Barcelona. Il risultato finale di 2-1 per la formazione granita lascia aperta la sfida e il passaggio del turno ai quarti di finale che si deciderà in casa al Camp Nou.

Un buon Levante batte un inguardabile Barcelona in versione sperimentale. 2-1 il risultato finale per la squadra granota che si porta avanti nell’eliminatoria della Copa del Rey. Un risultato tutto sommato giusto. La formazione valenciana ha giocato meglio della blaugrana, creando pericoli in successione alla difesa barcelonista sopratutto nella prima frazione di gioco.

La formazione di Valverde è scesa in campo con una squadra del tutto sperimentale. Con i titolari quasi tutti a riposo, sul terreno di gioco del Ciutad de Valencia sono scesi molti ragazzi del Barça B, come Miranda, laterale sinistro, e Chumi, centrale di destra. Insieme a loro anche il nuovo arrivo Murillo, subito gettato nella mischia. Il cafetero ha formato con Chumi la coppia di centrali difensivi del Barça. A metà campo è stato schierato Alena, il numero 21 recentemente aggregato definitivamente alla prima squadra. Insieme a lui hanno giostrato Busquets e Vidal. In attacco, con Messi e Suarez non convocati, è toccato a Coutinho, Dembélé e Malcom impensierire la difesa di casa.

Il Levante ha risposto con una squadra più collaudata e competitiva. Aitor Fernandez in porta, Cabaco, Postigo, Chema in difesa, Coke, Prcic, Campana e Moses Simon a centrocampo; Rochina dietro le due punte Boateng e Borja Mayoral.

Della squadra del Barcelona in campo c’erano solo le maglie. Nulla pareva far pensare che quegli undici fossero realmente giocatori del FC Barcelona per tanto male hanno giocato. Non c’era niente della squadra blaugrana. Non le trame, il fraseggio, il gioco de toque. Gli undici scesi con la camiseta amarilla con l’escudo del Barça sul petto sembravano undici amatori riunitisi per la partitella di metà settimana del dopo scuola. Non c’era unità, né gioco di squadra. I blaugrana parevano voler risolvere la sfida per proprio conto, ignorando il compagno meglio piazzato. L’azione dalla difesa non veniva mai portata avanti con il classico estilo blaugrana, tocchi veloci e ravvicinati di prima, ma con raccapriccianti lanci lunghi, spesso fuori misura. L’inesperienza difensiva della squadra di Valverde è saltata da subito agli occhi. Il Levante maramaldeggiava alla grande, portando lo scompiglio e il panico in una retroguardia barcelonista che veniva saltata con facilità disarmante. Così, sono arrivati i goals del Levante. Al 4′ e al 18′ con Cabaco, assist di Rochina sugli sviluppi di un corner, e Borja Mayoral su assistenza di Boateng. Il Barça ha avuto parecchie occasioni sopratutto con ripartenze veloci di Malcom (assolutamente negativa la sua prova) e Dembélé, ma entrambi i giocatori hanno sprecato l’impossibile nel tentativo di cercare la giocata personale invece del passaggio al compagno meglio piazzato. Da parte sua il Levante ha sfiorato in alcune circostanze la rete del tre a zero.

Nella ripresa Valverde ha effettuato alcuni cambi. Fuori Miranda e Chumi (entrambi totalmente fuori gara) e dentro Sergi Roberto, schierato a sinistra, e Lenglet. La difesa si è assestata immediatamente, sebbene non siano diminuiti gli errori negli appoggi e le palle perse nella fase di impostazione dell’azione. L’ingresso in campo di Denis al posto di Malcom ha dato la scossa alla gara. Senza dubbio il migliore dei suoi, Denis ha dato una marcia in più alla squadra. Schierato extremo a destra, il ragazzo in procinto di sbarcare all’Arsenal ha rivitalizzato l’azione offensiva. Partecipativo e centrato nella gara, dai suoi piedi è nato il penalty che ha permesso a Coutinho di accorciare le distanze nel punteggio e tenere decisamente aperta la sfida e l’eliminatoria.  

Tobido è del Barça

Adesso c’è anche l’ufficialità. Il centrale destro Jean Claire Tobido, 19 anni proveniente dal Toulouse, è un  nuovo giocatore del FC Barcelona. L’annuncio è giunto oggi dopo una corte serrata che ha tenuto banco nelle ultime settimane. Il giovane della Guyana Francese giungerà a Barcelona a costo zero per non aver voluto firmare il suo primo contratto da professionista con il club francese. 

Il ragazzo, in rampa di lancio come il nuovo Varane, un paragone non molto ambizioso se si vuole intendere il giocatore del Madrid come a una promessa a metà, o mancata, del football mondiale, è possente e alto 1 metro e 89 centimetri. Si unirà  alla squadra dopo il 30 giugno, giorno di scadenza del rapporto che lo lega al suo attuale club. 

Internazionale under 20 con la nazionale francese, è un calciatore con piedi buoni posto che i suoi inizi di carriera sono stati a centrocampo. Questa dote lo rende perfetto per il juego de toque blaugrana. E’ forte fisicamente, nel gioco aereo e nell’anticipo. Essendo un centrale di destra, coprirà le spalle a Piqué e crescerà alla sua ombra. Tobido è l’unico giocatore della rosa, oltre Piqué, a ricoprire la zona destra del campo, essendo Umtiti, Lenglet e Vermaelen, al quale non verrà comunque rinnovato il contratto, tutti sinistri.  

Barça a +5 sull’Atletico e +10 sul Madrid!

La vittoria per due reti ad una contro il Getafe al Coliseum ha portato i suoi fritti. Los Reyes non hanno portato in dote solo Oro, Argento e Mirra, ma anche tre punti d’oro e un distacco abissale (+10) sul Madrid e importante (+5) sull’Atletico, a loro volta sconfitti in casa dalla Real e bloccati sulla parità dal Sevilla nello scontro diretto d’alta classifica della 18a giornata.

Il Barça sbanca dunque il Coliseum Alfonso Perez di Madrid, batte il Getafe 2-1 con reti di Messi e Suarez e vola in testa alla classifica della Liga allungando fortemente su Atletico e Real Madrid. Ora i colchoneros (pari con il Sevilla per 1-1) hanno un ritardo di cinque punti, i blancos di 10. Come se non bastasse, gli uomini di Solari si ritrovano, alla prima giornata dell’anno, anche fuori dalla zona Champions League. La sconfitta casalinga inflittagli dalla Real Sociedad, complice la contemporanea vittoria dell’Alavés, fa scivolare i madridisti al quinto posto in classifica.

Per il Barça vincere in casa del Getafe settimo in classifica non è stata una passeggiata. Se in Liga non esistono partite facili e scontate dato l’elevato livello qualitativo del campionato, men che meno è semplice affrontare i madrileni del Getafe. La gara è stata dura, combattuta, intensa. Il gioco aggressivo e fin troppo spigoloso dei padroni di casa hanno impedito che si assistesse ad una bella sfida. Spezzettata e frammentata dalle entrate da niente prigionieri degli azzurri di Madrid, il match è stato una sorta di corrida. Sono così fioccati i falli e le ammonizioni da ambo le parti. Il gioco non è stato conseguentemente fluido e piacevole. Sebbene non si sia trattato di una partita da annoverare tra le più spettacolari, è stata di una importanza capitale per il campionato dei blaugrana. Dopo il pareggio tra Atletico e Sevilla del pomeriggio che si sono annullate a vicenda, e la sconfitta clamorosa del Madrid al Bernabeu contro la Real Sociedad, il Barça è sceso il campo alle 20:45 con in mano se non il match point della Liga, quanto meno un set point. 5 punti sui colchoneros alla 18a giornata, e sopratutto 10 sui blancos, costituiscono un bottino eccellente e impensabile ad inizio stagione. Un tesoretto che il Barça dovrà essere bravo nel gestire e nell’incrementare ulteriormente per vivere in maniera più rilassata quella che quest’anno è la vera grande sfida della stagione. Vincere e trionfare in tutte e tre le competizioni. La Champions è il vero obiettivo del FC Barcelona.

La partita del Coliseum contro il Getafe ha visto l’assenza precauzionale di Busquets dall’undici titolare. Un problemino intestinale accusato in settimana gli ha impedito di allenarsi regolarmente, cosicché Valverde ha deciso di escluderlo dalla formazione titolare. El de Badia si è accomodato in panchina assieme, tra gli altri, a Coutinho. Per il brasiliano si è trattato della quinta gara di fila con partenza dalla panchina.

In campo il ruolo di Busi è stato affidato a Rakitic. Il numero 4 ha dunque arretrato la sua posizione andando a fare il vertice alto del rombo difensivo. Come fa Busquets quando è in campo, il croato si è abbassato fino alla linea dei difensori inserendosi tra Piqué e Lenglet. Una gara, la sua, svolta con molta concentrazione e applicazione difensiva. Altra novità della serata è stato il ritorno in campo di Sergi Roberto. Il centrocampista di Reus ha ripreso il suo ruolo di laterale, facendo rifiatare Semedo, titolare nelle ultime gare. L’esclusione di Busquets ha permesso il ritorno in campo di Arthur dal primo minuto. Insieme a Rakitic e Vidal, l’ex Gremio ha costituito un centrocampo poliedrico, fatto di tocco e forza fisica. In campo assieme dall’inizio, per la prima volta quest’anno, Arthur e Vidal si sono ben compenetrati, fornendo alla squadra geometrie, juego de toque e forza fisica e velocità. La mossa ha avuto i suoi effetti positivi. E’ vero che l’assenza di Busquets si è sentita, ma il cileno e il brasiliano non hanno fatto mancare il loro apporto costruttivo.

Le reti barceloniste sono giunte entrambe nella prima frazione. Di Messi al 20′, che come un falco ha anticipato tre avversari (due difensori e il portiere) con un solo tocco per poi ribadire in rete, e di Suarez al 39′ con una spettacolare conclusione al volo da fuori area che non ha lasciato scampo all’estremo difensore rivale, le marcature azulgrana (anche se oggi la squadra ha giocato con la terza samarreta, color salmone). La rete del Getafe è giunta sul finire del primo tempo per merito di Mata, che al 43′, ha sfruttato un errato posizionamento difensivo per siglare di testa il goal che, a fine gara, sarebbe diventata l’inutile rete della bandiera.