Fc Barcelona           Coutinho a gennaio?

La storia infinita. No, non il film dell’84 di Petersen. Semplicemente la storia d’amore tra il Barça e Cou. Dopo un corteggiamento assiduo e insistente durato per tutta l’estate, con un picco di romance dopo la fuga del Brasilian Fuggiasco, corteggiamento ostacolato dal Liverpool di Don Rodrigo, pronto ad opporsi in tutti i modi alla tanto desiderata unione, la corte di Renzo Bartomeu riprende nuova linfa all’avvicinarsi del mercato invernale. Manca ancora tanto, siamo appena a ottobre, ma il piano del Barça è chiaro: contrarre matrimonio con il brasiliano a discapito delle negazioni a concedere la mano del giocatore da parte della Casata Rossa del Mersey. 

Le dichiarazioni del Barça sono state chiare e contundenti: “Vogliamo il giocatore a gennaio e abbiamo i soldi per prenderlo”. In Inghilterra queste parole hanno fatto il giro delle redazioni e hanno occupato la pagina di apertura delle sezioni dedicate allo sport dei quotidiani d’oltremanica. Sempre dall’isola filtrano notizie di un gentlemen’s agreement tra Coutinho e il Liverpool secondo il quale se il brasiliano avesse accettato di essere inserito nella lista champions e disputare così la manifestazione con la maglia dei Reds, avrebbe avuto poi l’occasione di essere libero di accasarsi al Barça nel mercato di gennaio. Il fatto che la squadra inglese non stia attraversando un inizio di stagione particolarmente esaltante, rafforzerebbe questa posizione e la possibilità di una uscita dalla società allenata da Klopp. 

Certo, il giocatore non potrebbe essere schierato in champions dal Barça, ma garantirebbe un’ottima alternanza con Iniesta. Don Andrés potrebbe concentrarsi totalmente sulla manifestazione continentale, certo che in campionato il posto sarebbe occupato senza perdita di qualità da Coutinho. 

Suarez dovrà operarsi al ginocchio

Brutta tegola sul capo del Barça e del Pistolero. Luis Suárez dovrà passare per il chirurgo per eliminare una fastidiosa borsite al ginocchio infortunato durante la partita di Supercopa disputata ad agosto contro il Real Madrid. Nonostante il recupero del giocatore dall’infortunio, in realtà mia risolto del tutto, il giocatore continua a lamentare una borsite con versamento di liquido che impedisce all’uruguayo di allenarsi e muoversi regolarmente, oltre a causargli dolore che ne compromette le prestazioni in campo. Il Barça vorrebbe sottoporre il giocatore ad intervento chirurgico al più presto per cercare di recuperare il prima possibile il numero 9. Con l’assenza di Dembélé, il forfait di Suárez causerebbe una infinità di problemi a Valverde. I tempi di recupero sono stimati in circa tre settimane. 

Lo scadimento di forma del giocatore, anche visibilmente ingrassato, e i movimenti non più fulminei sul terreno di gioco, non erano dovuti ad un ritardo di condizione a seguito dell’infortunio, ma ad una lesione mai realmente superata che ha condizionato tutta la prima parte della stagione. 

Iniesta rinnova! Questa mattina la firma!

Barça e Iniesta mettono la parola fine a una serie di rumors e incomprensioni che hanno segnato tutta l’estate barcelonista e l’inizio di temporada. Club e giocatore hanno trovato l’accordo perché il numero 8 resti nel Club de su vida per il resto della carriera da futbolista e per il futuro da dirigente. Questa mattina, fra poco meno di mezz’ora, alle 12:30, Don Andrés porrá la firma sul contratto che lo legherà a vita al Fc Barcelona. 

Il comunicato ufficiale del Club recita che “La firma arriverà oggi alle 12:30 nel palco President Sunyol del Camp Nou. Successivamente, alle 13:00, il Presidente Josep Maria Bartomeu e il giocatore Andrés Iniesta compariranno nella sala stampa Ricard Maxenchs del Camp Nou”.

Un giorno importante per tutto il barcelonismo che mette una base importante per un futuro sereno intorno a uno dei giocatori simbolo di tutta un’epoca. 

Il Bloody Sunday di Barcelona e il giorno in cui Madrid ha perso la faccia.

Il Giorno della Vergogna, il Giorno dell’Ignominia, il Giorno Nero della Spagna, o più semplicemente il Bloody Sunday di Barcelona. Ieri la Spagna ha scritto una delle pagini più nere, tristi e vergognose della sua lunga storia. C’è poco di cha andare fieri di ciò che Rajoy e il suo governo hanno fatto domenica primo ottobre 2017. Una data che resterà nella memoria e che dividerà definitivamente due popoli gemelli, due anime della stessa terra. La Spagna, ieri, ha perso definitivamente la sua anima, la sua coscienza, la sua innocenza, se ne ha mai avuta una. E soprattutto, ha perso per sempre la Catalunya. Forse non geograficamente e politicamente, ma certamente dal punto di vista dell’anima, delle coscienze dei suoi cittadini e, soprattutto, ne ha perso il rispetto. Il rispetto è una cosa che si deve ad una persona o istituzione non per obbligo giuridico, ma perché è sentito (e meritato) a seguito di fatti e comportamenti che fanno scaturire in maniera spontanea e automatica un sentimento di ammirazione, riconoscenza e devozione verso quella persona o istituzione. Ieri, nella Domenica di Sangue di Barcelona, in quello che resterà per sempre nella coscienza dei catalani e del mondo intero il Bloody Sunday di Barcelona, nulla di questo è accaduto, e il governo Rajoy ha mostrato la sua anima più nera, violenta e becera. Durante l’Impero Ottomano gli inglesi definivano gli arabi un Popolo sciocco, avido, barbaro e crudele. Lawrence d’Arabia stesso, in un acceso scontro con lo Sceriffo Alì, nell’omonimo film, usò le medesime parole. Ebbene, ieri la Spagna ha dimostrato di essere un governo sciocco, avido, barbaro e crudele. Non ha sconfitto una terribile e pericolosa cellula terroristica che voleva sterminare milioni di persone con un attacco terroristico; no, ha brutalizzato, per il tramite della Guardia Civil, milioni di persone innocenti, giovani, anziani, bambini. Ha pestato a sangue ragazze e ragazzi, genitori con i figli piccoli sulle spalle, teneri nonni con i capelli bianchi armati di una scheda elettorale bianca e in qualche caso di garofani rossi, il cui loro unico crimine era poter manifestare pacificamente il loro inalienabile diritto di parola, il diritto ad esprimere liberamente il diritto di espressione, il diritto ad essere liberi e esseri umani. La Guardia Civil (denominazione che suona curiosamente beffarda in una giornata come quella di ieri), più che un corpo di polizia di uno stato democratico europeo, sembrava piuttosto una squadra della morte falangista di Franco. Non eravamo sotto un regime dittatoriale degli anni 40’, ma in una democrazia del 2017, anche se nessuno ha notato alcuna differenza. Circa 844 persone, armate di una sola scheda bianca, sono state barbaramente picchiate con manganelli, prese con la forza per i capelli e trascinate via da una composta coda fuori da un seggio elettorale in paziente attesa di esprimere democraticamente la propria opinione. Sono state aggredite mentre erano disarmate, inermi, con le braccia alzate o sedute pacificamente in terra. La Guardia Civil ha sparato ad altezza d’uomo proiettili di gomma fuorilegge che hanno causato in alcune persone la perdita della vista o addirittura dell’organo oculare stesso.

Perché tutto questo? Perché tanta barbarie? Per evitare quale terribile evento? La risposta è tanto semplice da apparire scioccante. Semplicemente perché quelle centinaia di migliaia di persone volevano votare, esprimere con un Sì o un No il loro voto attraverso l’inserimento di una scheda bianca in un’urna elettorale. Non volevano fare altro che votare.

Io non so se il governo spagnolo, rappresentato da Rajoy, abbia mai avuto una sua innocenza, un’anima pulita, un briciolo di spontaneità e naturalezza in fondo al cuore. Io non so questo, ma se mai ne abbia avuta una in passato, è certo che ieri ha perso anche quel poco che aveva. Ieri la Spagna di Rajoy non ha perso per sempre solo una intera città, una intera regione; ha perso molto di più. Ha perso la sua verginità, la sua innocenza. Ha perso la faccia scrivendo una delle pagine più nere e ignominiose dalla fine del Franchismo ad oggi. Ieri, per una giornata intera, abbiamo fatto un salto indietro di 50/60 anni, e ci siamo ritrovati con Francisco Franco al potere. Speriamo, per l’ultima volta nella vita.

3-0 del Barça al Las Palmas in una giornata nera per la democrazia

Il Barça vince contro il Las Palmas, che indossava una maglia provocatrice con la bandiera spagnola cucita sul petto, più per il suo popolo, la sua città e la Catalunya, che per la classifica della Liga. Da quando è nato, il Barcelona è sempre stato unito da un cordone ombelicale con la città, e della città è sempre lo specchio delle sue ambizioni e rivendicazioni. Da quando giocava contro la dittatura franchista per l’imposizione della cultura e della lingua catalana, annientata, vietata e umiliata da Madrid, o quando scendeva in campo in piena guerra civile per raccogliere fondi da destinare agli ospedali del sangue della città e alle vittime dei franchisti.

Il risultato sarebbe dovuto essere tre a zero. E tre a zero è stato. Ma a parti invertite. Se il Barça si fosse rifiutato di giocare, come parte della direttiva e dei giocatori avrebbero voluto, sarebbe stato sconfitto a tavolino per tre reti a zero. Ha giocato e ha vinto con il medesimo risultato. Come dire: ciò che ci volete fare, lo facciamo noi a voi. Di Busquets e Messi, autore dell’ennesima marcatura multipla della sua carriera e dell’ultima stagione e mezza, le reti di questa gara che sarà difficile da dimenticare.

Una atmosfera spettrale

In una atmosfera spettrale, con tanti musi lunghi e poca voglia di sorridere, con la città scossa da un’ondata di violenza portata sulle strade dalla Guardia Civil, il Barça ha iniziato bene la gara. Messo in campo da Valverde con il 4-4-2, con Rakitic e Iniesta in panchina, la formazione Blaugrana si è accampata nella metà campo canaria sin dal primo minuto. Nonostante le occasioni avute non è riuscita a passare. Di Sergi Roberto, Messi (su punizione) e Paulinho, le occasioni migliori. Il Las Palmas, passata la buriana, è riuscito a allentare la pressione Blaugrana e a rendersi pericoloso in due circostanze. Ma Sergi Roberto prima, autore di una splendida diagonale, e il palo poi, hanno evitato il goal dei gialli.

Ripresa

Il secondo tempo è iniziato con la squadra di Valverde scesa in campo con Iniesta e Rakitic al posto di Paulinho e Aleix Vidal (ancora una volta negativa la sua prestazione). Il Barça parte subito con uno spirito combattivo. E’ arrabbiato, furioso; e si vede. Inizia quindi un tiro al bersaglio che porta alla conclusione quasi tutta la squadra. Batti e ribatti, arriva il goal. L’autore della prima rete è Sergi Busquets, che realizza di testa sugli sviluppi di un corner dalla destra. Il raddoppio porta la firma di Messi, che al termine di un’azione corale da spettacolo, mette a sedere il portiere e insacca a porta vuota.

Il Dio del Calcio

Il 10 argentino, il Dio del Calcio, non è uomo da mezze misure. Lui è uomo da valori assoluti, come le sue giocate e le reti che realizza. Da marzo dello scorso anno Leo non si accontenta di segnare reti memorabili. Abbina sempre la qualità alla quantità. E’ dalla primavera passata, infatti, che la Pulce segna esclusivamente doppiette, triplette o poker, come contro l’Eibar alla quinta. Poteva smentirsi oggi? Risposta esatta; assolutamente no. Ecco dunque, che dopo la sua prima rete giunta al 70′, al 77′ Messi porta a due il suo bottino personale. E’ lo stesso Leo che inizia l’azione a centrocampo. Scatta e punta l’area di rigore, cede la palla a Rakitic mentre si insinua in area senza sfera. Rakitic affida la palla a Suarez che di prima serve la Pulga, nel frattempo entrato in area. Solo davanti al portiere Leo è una sentenza. Con un tocco in velocità anticipa l’uscita di Chichizola e porta a tre il bottino per i suoi. Con questa doppietta Messi sale a 11 nella classifica Pichici, consolidando il suo liderato tra i marcatori. A +6 su Zaza, secondo in graduatoria, e sopratutto a +11 su un Ronaldo sempre più depresso per l’inizio da superstar dell’eterno rivale. Sul finire della gara c’è il tempo per l’ingresso di André Gomes per Iniesta, infortunatosi nel tentativo di contrastare una palla al portiere avversario. Una brutta notizia in una giornata buia per la democrazia in cui, escludendo il risultato sportivo, c’è ben poco da salvare, se non l’orgoglio di un popolo soggiogato nei propri diritti individuali e collettivi da uno Stato violento e prevaricatore. Siamo nel 2017, ma sembriamo ancora nel 1714.

La maglietta provocatoria de Las Palmas

Il Las Palmas, che affronterà fra circa mezz’ora il Barça al Camp Nou, scenderà in campo indossando una provocatoria maglia nella quale è stata aggiunta una bandiera della Spagna. La società delle Canarie ha chiesto l’autorizzazione alla Liga per modificare la maglia ufficiale con questa aggiunta, autorizzazione puntualmente arrivata. La nota negativa e decisamente stonata di tutta questa situazione, è che la medesima autorizzazione era stata nei giorni scorsi negata dalla stessa Liga al Barça per poter scendere in campo questo pomeriggio indossando la Senyera. Un chiaro segno di inimicizia e parzialità in una giornata nella quale si sarebbe dovuto stemperare le tensioni e non aggravarle. Un affronto, questo del Las Palmas e della Liga, che il Barça dovrà cercare di lavare con una prestazione che dovrà andare al di là di una semplice partita di calcio. Questo pomeriggio il FC Barcelona dovrà, come sempre ha fatto nel corso della sua storia, caricarsi sulle spalle tutta la città e i suoi abitanti. Fra poco meno di mezz’ora, il Barça dovrà giocare per Barcelona, per la Catalunya, e per tutti i feriti, circa 300 secondo una stima, che sono stati violentati nel corpo e nella mente dalla violenza della Guardia Civil per difendere il più importante tra i diritti universalmente riconosciuti: il diritto ad essere un uomo libero!

Barça – Las Palmas Caos totale Sospesa? Forse sì, anzi no!

Caos totale a Barcelona e in seno alla Liga. La partita è in programma questo pomeriggio al Camp Nou, ore 16:15. Intorno alle 14:30 è giunta la notizia che la partita era stata sospesa. Dopo una mattinata carica di violenze da parte della Guardia Civil a carico di cittadini inermi in fila per esprimere il loro diritto di libertà di pensiero, uno dei cardini di ogni principio democratico, con circa trecento feriti tra i cittadini secondo fonti catalane, 38 per fonti della Guardia Civil, le notizie sulla disputa della gara si sono succedute continuamente. Alla notizia della sospensione della partita, è giunta dopo meno di mezzora la controreplica della Liga, secondo la quale la notizia non era ufficiale. Non era stata comunicata dall’organo calcistico spagnolo, ma dal FC Barcelona. La Liga ha comunicato che la partita si disputerà regolarmente, ma a porte chiuse. Il Barça aveva sollecitato la sospensione della gara per motivi di ordine pubblico. Irreale, incredibile e ingiustificato disputare un incontro di calcio nel corso di un clima di violenza e tensione come quello che si sta vivendo a Barcelona in queste ore. La Liga è irremovibile. Per evitare problemi di ordine pubblico pare che si giocherà a porte chiuse. Attraverso le reti sociali i soci avevano chiesto alla società di non disputare la gara e gli esponenti dell’Espai d’Animacio avevano minacciato di invadere il terreno di gioco per impedire che l’incontro avesse luogo. Tenendo in considerazione che le forze dell’ordine e i Mossos d’Esquadra sono presso i seggi dove si sta votando da questa mattina fino alle ore 20, presidiare l’Estadi sarebbe quanto meno difficoltoso. Per questi motivi si sarebbe deciso, da parte della Liga, di far disputare l’incontro senza pubblico. Il Barça a questo punto sarebbe disposto a giocare anche per non incorrere nelle sanzioni disposte dalla Liga in queste circostanze: tre punti persi a tavolino e ulteriore sanzione di altri tre punti di penalizzazione in classifica, per un totale di 6 punti. Questo comprometterebbe il campionato e l’intera stagione. Il Club ha dunque presentato la formazione ufficiale per questa gara, i giocatori sono arrivati al Camp Nou e tutto fa pensare che la partita verrà giocata regolarmente. In uno stadio vuoto, sì, ma regolarmente disputata. Ora attendiamo ulteriori sviluppi. Sempre che dalla riunione dei giocatori negli spogliatoi non scaturisca un’altra decisione clamorosa che scompigli ancora una volta questa terribile, allucinante giornata di violenza.